mercoledì 6 settembre 2006

La gioia di quando scrivi narrativa


Approfittando di una mia recente corrispondenza con un’amica del blog che condivide la mia passione per la scrittura, parlerò dei momenti più belli legati a questa attività. Quali sono gli attimi più appaganti di quando sei impegnato a scrivere un romanzo? Quand’è che ti senti pieno di energie titaniche e di titaniche euforie? Quand’è che gioisci e quando ti senti un cadavere intento a suicidarsi su una storia che sembra spazzatura? Naturalmente questi stati d’animo sono legati a esperienze personali. Ciascuno è fatto a modo suo e reagisce agli stimoli in modo diverso. Tuttavia da ciò che ho letto posso affermare, sia pure con tutte le cautele e i distinguo possibili, che quanto dirò ha un certo fondamento e risulta abbastanza condiviso dalla maggior parte degli scrittori. (Mi considererò in questo e nei post seguenti uno scrittore a tutti gli effetti, anche se non ho conseguito nessun risultato degno di nota in questo campo; più o meno mi baserò sul presupposto che se respiri e mangi e ami sei un uomo, anche se non hai fatto nulla che ti qualifichi come tale… e se scrivi e soffri e gioisci facendolo, allora sei uno scrittore, anche se nessuno ti riconosce in questa veste.)

Parlerò con più dettagli della gioia collegata all’atto di scrivere narrativa nelle prossime puntate. Qui posso dire soltanto che secondo la mia esperienza personale io provo il massimo del piacere, uno stato d’animo di pura esaltazione addirittura, quando ho l’idea per un romanzo, quando sviluppo quell’idea, la arricchisco di complicazioni e quando infine la giudico sufficientemente robusta e originale per sostenere una storia da sviluppare su qualche centinaio di pagine (il fatto che io la giudichi degna non significa ovviamente che lo sia davvero). Da questo momento di gioia quasi perfetta, di idillio amoroso unico con la narrativa, c’è una costante perdita di felicità sino alla fine del romanzo (la gioia si muterà in profonda infelicità, fonte di memorabili incazzature, durante le operazioni che sei costretto a svolgere dopo aver scritto la parola fine sulla tua storia).
Appuntamento alle prossime puntate agli interessati a questi temi. :-)

1 commento:

  1. l'amica del blog sono io!!! ;)
    postato da JOVELINE il 06/09/2006 20:04

    ciao pen....ciao jo....anche io voglio iscrivermi alcircolo degli editori fanno ohhhhhhhhhhhh.cioè non voglio perdermi questa serie di articoli..... che giornatina calda...mammamia..io e ics siamo ormai caduti su un fianco...il mio gattino...iiii ciao.....!contentissima dell'idea...
    postato da iris il 06/09/2006 20:45

    Se potessi farne a meno....eviterei di riflettere sull'essenza! Ma...quando è la natura a chiamare, non si può che rispondere! La gioia assoluta io la provo quando un'intuizione mi devasta....stravolgendomi!
    postato da ran il 06/09/2006 21:00

    buonasera capitano..argomento brillante..tagliato proprio come un brillante..presenta mille sfaccettature colorate..non ho la presunzione di considerarmi una scrittrice..quest'estate ho scritto un racconto 10 pagine di 1600 battute per un concorso di letteratura..un racconto pensato scritto letto amato e finalmente spedito.. gli attimi più appaganti sono quando pensi alla tua storia e segui le tue mani con gli occhi che scrivono seguendo solo gli impulsi della mente..l'euforia e vedere che cio che crei prende vita, è arrivare alla fine della giornata e rendersi conto che hai scritto magari per 8 ore di fila, è fare la doccia buttarsi sul letto con i fogli in mano e divorare le parole scritte e sentirle tue..io gioisco quando i fogli dattiloscritti li imbusto coi dati, gioisco quell'attimo prima che li imbusto perchè li ho letti ancora e sono una mia crezione, io li ho plasmati sono le mie emozioni e le mie sensazioni sono le mie parole..ed io sono fortunata perchè non tutti hanno il dono di scrivere di mettere su un foglio di carta i pensieri e le emozioni..io quando scrivo o disegno qualcosa non penso mai che possa essere spazzatura..non si crea per gli altri..si crea e basta..se poi c'è qualcuno che ci viene incontro con un commento positivo ben venga..queste le mie modeste esperienze, seguirò i tuoi post su quest'argomento..sai io credo che ci sia una differenza di fondo tra chi scrive e chi fa lo scrittore..un saluto..buonanotte
    postato da Aikido il 07/09/2006 01:10

    Bene bene, allora sono curioso di vedere questo ciclo di articoli che la ragazza interrotta ti ha ispirato. Dato che mi riesce di scrivere più o meno solo la lista della spesa, direi che posso cercare di capire come ci si sente romanziere solo dalle opinioni altrui, quindi ben vengano le prossime puntate!
    postato da Colui che vede Oltre il 07/09/2006 11:10

    ..io ti preferisco più quando parli d'amore o quando lasci parlare il cuore ma va bhè... farò lo sforzo di continuare a leggerti lo stesso ;o) Giadadeldeserto
    postato da giadadeldeserto il 07/09/2006 11:23

    Alcune mattutine. All'amico Colui Questi articoli mi sono stati ispirati non dalla bravissima Jo, ma da un'altra persona che scrive narrativa come me. Ad Aikido Sono sempre stupito dalla grazia e dalla serenità che comunicano le tue parole. Sono sicuro che hai scritto un racconto pieno di magia. a ran da molto tempo non ho intuizioni del genere. a iris tanti fiori per te, tanti fiori colorati e odorosi. a Joveline Le auguro di diventare una giornalista brava come Humphrey Bogart nell'"Ultima minaccia" e di pronunciare come lui un giorno la frase: "E' la stampa, bellezza, e tu non ci puoi fare niente". Sulla partita Italia-Francia Ero certo che avremmo perso. Prima della partita pensavo che i francesi avrebbero vinto trea zero. Donadoni non è Lippi e gli stanchi e giocatori di ieri sera non sono quelli del mondiale. Penso che non ci qualificheremo per gli europei, spero di sbagliarmi.
    postato da Mio Capitano il 07/09/2006 11:44

    Interrogarsi sulla gioia di scrivere? La risposta c'è già, l'hai vista no, a sinistra sul mio blog? Ciao, mi fa piacere che tu abbia trovato nell'amica comune una buona "sponda" :-)
    postato da Amfortas il 07/09/2006 12:41

    Pensando a me, ho sempre pensato più al "quando" scrivo qualcosa di davvero decente. In genere succede quando sto male... per questo "scrivere davvero" non mi porta molta gioia e a volte preferisco scrivere i miei articoletti da blog. Almeno sorrido. Attendo il seguito, sono curiosa. :o)
    postato da margot il 07/09/2006 15:29

    a Margie Margot Io non mi riferivo ai momenti in cui scrivi bene o meglio del solito, ma a quelli in cui sei felice mentre lo fai. Amfortas Se facessimo coppia io e te riusciremmo a distruggere molto di più di confezioni da sei uova. :-)) A giada A differenza di ciò che pensavo parlerò ancora d'amore, sia pure di un particolare tipo di amore morboso che mi ha colpito molto in questi giorni. Oggi o domani pubblicherò un post sul caso di Natascha, la bambina ora ragazza rapita per otto anni e sfuggita solo di recente alla sua prigionia. E' una notizia che mi ha fatto molto riflettere. Mi ha turbato, perfino. Mi chiederò qual era il sentimento che legava questi due esseri umani, la vittima e il suo rapitore.
    postato da Mio Capitano il 07/09/2006 18:25

    Puoi scrivere tutto quello che vuoi: puoi farti vampiro o gentiluomo. E' un dono, l'esaltazione artistica la conosco, spesso sparisce come una bolla di sapone che si infrange sullo spigolo del quotidiano, ma certi momenti ci portano in altezze o illusioni, o stato di creatività unica. Per me lo sono i colori, il segno, talvolta la parola, ma tu nello scrivere hai un largo raggio e una direzione verso la parola molto evidente. Sono felice che il blog sia ricco della tua presenza, hem! ti sto facendo troppi complimenti! (sorrisone da est a ovest) Matrixwoman
    postato da matrixwoman il 07/09/2006 19:30

    Non potrei mai rinunciare a scrivere, sotto l'effetto della "suggestione" creativa, di quell'energia che spinge, per essere trasformata in parole. Emozioni che vogliono prendere forma, un flusso di pensieri che non si ferma, sinchè non riesco a sentirmi sazia. Per me è questo, scrivere!!!! Baci baci Michelle.
    postato da Michelle il 07/09/2006 22:42

    Ho rivisto uno splendido film "L'urlo dell'odio". Un film di cinema cinema, (il cinema di eroi credibili e paesaggi aperti che piace a me, "La regina d'Africa" e "Il volo della fenice" tanto per citare due titoli). Avventura, tradimenti, sopravvivenza, amicizia... e soprattutto la bellezza dolorosa dell'Alaska. Non ho parole per descrivere la magnificenza di monti, laghi e foreste del Grande Nord. Ho rivisto i paesaggi di Jack London, la natura bella e pericolosa, che ti seduce e uccide. E' una storia di sopravvivenza con Antony Hopkins e l'infido Alec Baldwin isolati dalla civiltà. Ma non ho nessuna voglia di raccontare la trama. Voglio parlare dei grandi orizzonti a me cari, dei cieli tersi e incontaminati, delle vette innevate dei monti, e delle acque limpidissime dei ruscelli e degli aghi di pino, delle rocce, dei ciottoli di fiume. Dell'immensità spaventosa del profondo Nord. Di paesaggi che ti fanno sognare mille avventure. A come avventura, questo è il cinema, o almeno una gran parte del cinema, per me.
    postato da Capitan Drake il 08/09/2006 02:20

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