mercoledì 3 gennaio 2007

In memoria di antichi eroi della matita

In un post ho indicato il momento più felice della mia vita quando comprai un giornaletto con i supereroi della Marvel (era una storia dell’Incredibile Devil). Probabilmente sono stato un pizzico provocatorio nell’occasione; e in ogni modo mi ha influenzato un articolo del grandissimo Isaac Asimov, in cui l'inventore del Medioevo galattico collegava il massimo della felicità all'acquisto, da ragazzino, di una rivista di fantascienza del genere pulp in auge nell’America degli anni Trenta. Ma forse né io né, a un livello ben più alto, Asimov abbiamo esagerato.

Tanti anni fa, nei primissimi anni della pubblicazione degli albi della Marvel-Corno, ero immerso e sognante in un mondo meraviglioso come solo un ragazzino può fare. Per me, e sicuramente per altri, i fumetti dei supereroi creati dal mitico Stan Lee non erano solo albi da leggere e mettere via, ma da conservare con cura, da consultare di continuo, da accarezzare con devozione. Insomma erano oggetti con cui avere un contatto fisico continuo. A quell’epoca ricordo che conoscevo a memoria quasi tutti o forse tutti i titoli delle prime quattro pubblicazioni marveliane (Uomo Ragno, Devil, Thor, i Fantastici Quattro). Un titolo che ricordo ancora adesso è “Superbattaglia tra supereroi” (era un avventura che vedeva contrapposti da un lato i Fantastici Quattro senza la Donna Invisibile, e dall’altro L’Uomo Ragno e Devil assistiti da un Thor con i poteri dimezzati dopo la solita litigata con il padre Odino). Spesso mi scrivevo su pezzi di carta i nomi di tutti i supereroi e, su un’altra colonna, quello dei supercriminali, e mi divertivo a farli scontrare tra loro. Cercavo di provocare duelli inusuali facendo affrontare per esempio Kraven il Cacciatore, tipico avversario dell’Uomo Ragno, con Devil, e mandando gli antagonisti di quest’ultimo a scontrarsi con altri difensori del bene. Facevo anche di più. Creavo gruppi di supereroi inediti e li facevo battagliare, sul solito pezzo di carta, con altri gruppi di supereroi altrettanto inediti, cercando di compensare i loro poteri per rendere lo scontro equilibrato.

Infine mi appuntavo i nomi di tutti i disegnatori e inchiostratori che conoscevo. Erano innumerevoli, così come erano pochi quelli dei soggettisti, in effetti in quest’ultima categoria non ricordo che il mitico Stan (l’uomo) Lee e Roy (il ragazzo, almeno credo) Thomas.
Ecco la lista dei disegnatori da me preferiti. Il più grande per me era John Buscema, ha disegnato un po’ di tutto, ma io lo ricordo soprattutto per Thor e Conan il Barbaro. Lo consideravo una spanna sopra gli altri. E non riuscivo a capire la cagnara che si faceva per l’abbandono della Marvel di Jack Kirby (il Re: nella Marvel qualsiasi disegnatore o soggettista aveva un soprannome, Kirby era il Re e Stan Lee era il citato “L’uomo”). Ricordo che la rubrica della posta era tutto un chiedere “Ma quando tornerà Jack?” Oppure “Ho saputo che il Re è tornato alla Marvel, quando potremo rivederlo in Italia?”. Perché fanno tutte queste lagne su Kirby, mi dicevo, quando qui ogni quindici giorni abbiamo in edicola il più grande disegnatore di fumetti mai esistito, ossia il michelangiolesco John Buscema creatore di figure umane potenti e scultoree?
Al secondo posto mettevo a pari merito John Romita (Uomo Ragno) e Jack Kirby (non ho mai detto che non mi piacesse, solo che non lo consideravo il migliore: i personaggi lievemente deformi di Jack erano comunque espressivi come pochi). Mi piacevano anche George Tuska (Iron Man)e Wally Wood (Il primo Devil). Buoni i Severin e Bill Everett.
Detestavo Barry Smith (il primo Conan), mi pareva proprio che non sapesse disegnare così come Gil Kane, Neal Adams e Ross Andru. Trovavo originale e molto espressivo lo stile di Gene Colan – maestro indiscusso di Devil - ma talvolta duro da mandare giù. Lo stesso discorso, anche se a mio avviso a un livello più basso, valeva per Steve Ditko, ossia il primo disegnatore dell’Uomo Ragno. Tra gli inchiostratori, solo gli inossidabili Joe Sinnott e Jim Mooney erano garanzia di qualità.

Con una ricerca con Google ho trovato i nomi di molti disegnatori della Marvel di epoca storica. Molti dei disegnatori sottostanti non li avrei mai saputi citare a memoria, ma ogni singolo nome ha per me un preciso significato, capace di riprodurre nella mia mente uno stile artistico inconfondibile, un brandello di storia o un personaggio. So che alla quasi totalità dei viandanti virtuali non potrebbe importare di meno della lista che riporterò qui sotto e che quasi nessuno si sognerà di leggerla… ma io provo lo stesso il bisogno di scrivere – stavo quasi per dire incidere sul marmo virtuale - questi nomi straordinari che nella mia mente e nel mio cuore sono percepiti come antichi eroi delle cui gesta non svanirà mai il ricordo.

Archie Goodwin, Gerry Conway, Stan Lee, Roy Thomas (soggettisti).
Jack Kirby, Johnny Romita, Steve Ditko, Dick Ayers, Joe Sinnott, Rick Buckler, John Buscema, Sal Buscema, Mike Ploog, Gil Kane, Carmine Infantino, John Byrne, George Perez, Jim Mooney, Jim Starlin, Don Heck, Jim Steranko, Vince Colletta (per lo più inchiostratore), John Tartaglione, Herb Trimpe, John e Mary Severin (talvolta anche da soli), George Tuska, Ron Wilson, Al Milgrom, Bill Everett, Mike Vosburg, Neal Adams, Tom Palmer (per lo più inchiostratore), Frank Giacoia, Werner Roth, Dave Cockrum, Al Williamson (spesso inchiostratore). E ancora Ross Andru, Barry Smith, Jay Gavin, Frank Miller (agli sgoccioli dei '70), Gene Colan, Joe Orlando, Wally Wood, Bob Powell. Frank Brunner (dottor Strange), Joe Simon, Art Simek, Mike Esposito, Chic Stone, Al Williamson, Rudy Nebres.

Che Dio vi ricompensi come meritate, ragazzi.

1 commento:

  1. Ammetto la mia ignoranza in fatto di fumetti ma mi inchino al cospetto della tua passione. Nella mia libreria invece c'è una parte dedicata ad Asimov (ma non mi appartiene) alla quale ho soggezione ad avvicinarmi ( i suoi libri son trattati tipo reliquia) . Ho letto alcuni racconti perchè ho amato il film l'Uomo Bicentenario (in fondo son una romantica anche se non mi va di farlo sapere troppo in giro).E per rispondere alla tua domanda...mi aspetto che il nuovo anno sia sorprendente!
    postato da cleide il 03/01/2007 12:12

    neppure io capisco molto di fumetti.. ma ho letto qualcosa di te, ed è stato interessante! ciao a presto un bacio auguri di buon anno un pò in ritardo ;)
    postato da senza direzione il 03/01/2007 12:18

    Eh si...brutta brutta brutta. Sono di corsa....mi sento una casalinga disperata (ma disperata mica come quelle della tv...), poi torno e ti leggo tutto..! Bacio....
    postato da picciosa77 il 03/01/2007 12:21

    Un cosa che forse non sia, Cleide, è che in un certo periodo della mia vita ho cercato di fare il disegnatore di fumetti. Credo di averlo detto già in un mio vecchio commento. Studiavo sulle tavole di Burne Hogarth, ossia del più grande disegnatore di corpi in movimento di tutti i tempi (Hogarth disegnava Tarzan negli anni Quaranta ). Forse ripeterò pure perché smisi di tentare questa strada, anche se il ricordo ancora mi è doloroso. :-))
    postato da Mio Capitano il 03/01/2007 12:24

    Mi spiace, so come ci si sente a non poter esprimere un talento.Non voglio farti ripercorrere strade dolorose perciò cercherò di trovare da me nel tuo blog la strada per capire perchè hai smesso di tentare.
    postato da cleide il 03/01/2007 12:45

    Ho trovato. Non era un talento, era una passione. Beh, è ancora più dura da mandar giù. :-(((
    postato da cleide il 03/01/2007 13:03

    Capy! Anche disegnatore! Una sorpresa al giorno! Guarda che ti aspetto nel forum di pianoforte, nn solo per i commenti, essù daiii...
    postato da matrix il 03/01/2007 13:09

    hem...quadri ovali...
    postato da matrix il 03/01/2007 13:54

    Burne Hogart!! Sì, sì, anch'io! I fumetti sono ottima materia per osservare e capire il corpo in movimento. Con semplici tratti si distinguono immediatamente i muscoli superficiali, quelli che danno carattere alla figura e quelli, in definitiva, importanti per una tecnica pittorica. Il fumetto mi ha insegnato tanto, la sintesi al posto del mio naturale barocchismo. Vedi che una cosa VERA te la potrei insegnare?!
    postato da paola il 03/01/2007 15:15

    a Paola, tu mi potresti insegnare un mucchio di cose. Questa la dovevo dire o morivo. Ora, cari amici, vi posterò alcune tavole del grande John Buscema. Saranno in genere le bajadere cimmeriane che preferivo. Ci sarà anche Conan. Cominciamo con un lavoro a matita.
    postato da Mio Capitano il 03/01/2007 15:23

    Le mani! guarda le mani e i piedi. sicuramente le estremità degli arti sono la cosa più difficile da riprodurre, guarda che leggerezza c'è qui! Ancora oggi uso questo sistema. linee abbozzate senza chiusure rigide, dà all'insieme leggerezza e movimento, sembra che la ballerina si fonda con l'ambiente circostante e che quest'ultimo s'accordi con lei! Attraverso linee "sghembe" e tracce di architetture sconnesse. Ehi! Che bello! Dai dai
    postato da paola il 03/01/2007 15:59

    Tratti un argomento che mi è estraneo, per mia colpa imperdonabile, e di conseguenza lo sono anche i nomi che hai elencato. Non so per quale strano motivo il fumetto non ha mai catalizzato la mia attenzione. Non mi resta che lasciarti un saluto, non sono il primo dell'anno ma vale lo stesso.
    postato da iltov il 03/01/2007 17:56

    In memoria degli antichi eroi della matita,e forse da qualche parte te l'ho gia scritto,i miei preferiti in assoluto erano i fantastici quattro...li "adoravo" e a seconda delle mie fantasticherie sognavo di essere una di loro o da loro di essere salvata...non ho mai fatto attenzione al disegnatore e in effetti (e mi spiace ammetterlo)non conosco i nomi dei vari creatori,che sono poi la vera anima dei personaggi che tanto ci facevano sognare...un pò come le voci dei doppiatori dei film anni 50 che tanto fascino con le loro intonazione e accenti davano a degli attori che altrimenti non avremmo mai capito o addirittura amato! Un abbraccio!
    postato da elle il 03/01/2007 18:22

    ci sei stato a lucca?
    postato da ste il 03/01/2007 18:34

    Carissimi amici vicini e lontani. Oggi sono stato a Napoli e come al solito ho comprato un libro. E' magnifico, uno splendido saggio sull'importanza dei cambiamenti climatici sugli eventi storici (il saggio sostiene che alcuni decisivi eventi, dalle esplorazioni dei Vichinghi, alla caccia alle streghe e finanche alla Rivoluzione Francese sono appunto frutto di variazioni climatiche). Benedico i due euro e mezzo pagati per l'acquisto, benedirei pure la ormai famosa commessa della libreria dell'usato, ma stavolta non mi ha quasi guardato. La ragazza fuma come una turca, ogni volta che vado lì la vedo sulla soglia del negozio a far fuori bionde, secondo me è un atteggiamento che denota insoddisfazione. Voi che dite? Vado a postare una nuova tavola, e una nuova bajadera, del grandissimo Buscema. Fatemi conoscere le vostre opinioni in merito. Più tardi scriverò un nuovo commento su uno spettacolo emozionante che ho visto a piazza Dante (in realtà meriterebbe un post intero).
    postato da Mio Capitano il 03/01/2007 20:52

    Siamo qui, birra e pizza, oggi si lavora fino a tardi... Quest'immagine è simile all'altra, ma manca il vortice, se guardi la ballerina, togliendo il contesto potrebbe anche essere una donna che fugge. Il tutto per dare il necessario peso al guerriero, possente, armato...che non deve chiedere MAI!!! Guardalo: sembra faccia un piacere alle sinuose curve della bajedera guardandole con sguardo scuro e minaccioso. 'sto Conan c'ha altri pensieri Capità!
    postato da paola il 03/01/2007 21:23

    Sì, Paolè, il Conan disegnato da Buscema era un gigante manesco e gozzovigliatore, un brutto ceffo da taverna, uno che si infilava in ogni rissa, le donne gli arrivavano più o meno alla spalla e generalmente erano ai suoi piedi mentre lui affrontava mostri o perfino crudeli dei pagani. Aveva anche una certa dose di lealtà e non tradiva la parola data, ma la sua spada ne faceva correre di sangue. Più tardi o forse domani posterò un commento sulle bajadere di Buscema, spesso avvolte in corpetti tempestati di gemmme alla maniera salgariana e dotate di una snellezza e di una grazia rara a vedersi. La signora che si vede qui è più sul tipo prosperoso. In ogni modo pure il rude Conan aveva a che fare con una donzella estremamente battagliera, ossia la spadaccina Red Sonja, l'unica donna di cui era innamorato a quando ne so. Forse ai tuoi occhi femminili sarebbe piaciuto di più il Conan snello e gentiluomo di un altro disegnatore, Barry Smith. Ma io stravedevo per quello di Buscema con le donne ai suoi piedi (tranne la solita Red Sonja che spesso e volentieri gli faceva vedere i sorci verdi). A elle, Anche a me piacevano i Fantastici Quattro. Il personaggio di gran lunga più umano e dotato di maggiore spessore psicologico (i personaggi di Stan Lee non erano mai macchiette fumettistiche, ma quasi sempre figure complesse e quasi letterarie). La Cosa soffre di non poter essere umano e ha uno stupendo senso di ironia nera, riguardante soprattutto la sua condizione.
    postato da Mio Capitano il 03/01/2007 21:59

    Mi pareva che, nella canzone, "Ho in mente te" degli Equipe84, ci fosse di mezzo anche Battisti. Ma Boh...:P Sei tu l'esperto, giusto? Interessante anche l'argomento fumetti, leggerò tutto con calma. Adesso devo scappare. ;) Bacio bacio, Michelle.
    postato da Michelle il 03/01/2007 22:49

    Skiusa? Ma chi ti fa credere che ai miei occhi femminili sia meglio un Conan snello? Ahi ahi! Sorry, ma io non ho preferenze. Forse riesco a scrivere un pò...vediamo
    postato da paola il 03/01/2007 23:49

    Stavo scrivendo il commento sull'avvenimento a cui ho assistito a piazza Dante, ma mi sono reso conto le emozioni che ho provato in quell’occasione meritano un post. Lo pubblicherò quando si sarà esaurito questo. Qui sotto riporto un commento che ho scritto su un forum sugli anni Settanta a cui ho partecipato. Ci rimasi solo due settimane su quel forum, ma ebbi un successo strepitoso, almeno così mi parve. Scrissi su vari argomenti, per esempio pure il nucleo centrale di questo post lo scrissi sul forum. Mi avevano già proposto di intervistarmi come se fossi un personaggio famoso, quando mi accadde un evento purtroppo non raro nella mia esistenza, litigai con il moderatore del forum (quell’imbecille pretendeva di farmi una ramanzina per non so per quale motivo, credo peraltro che fosse geloso del notevole consenso che riscuotevo sul forum, oscurando il suo fin allora incontrastato successo). Con la squisita diplomazia che mi distingue, risposi qualcosa che suonava come: “Insetto! Il giorno in cui mi farò dire cosa fare da una nullità del tuo calibro sarò morto e sepolto.” Mi bannarono, poi mi richiamarono ma non ci tornai più (sono sempre rimasto convinto che il danno di gran lunga maggiore l’abbiano subìto quelli del forum). Ecco il commento che scrissi quella volta: Le donne disegnate da John Buscema. Uniche. Le più attraenti dell'universo Marvel. Ottime Scarlet e Lady Sif, moderna e mondana Wasp, matura e fasciata da tute aderenti Susan Storm. Però le migliori di Buscema erano le bajadere in Conan, quelle con gonnellini microspici, reggiseni fatti a coppe metalliche tempestati di pietre preziose, piedi nudi, bracciali scintillanti alle caviglie, talvolta diademi in fronte. La posizione preferita delle bajadere di Buscema (specie sulle sue copertine) era riversa a terra, gambe che mostravano larga parte di sè agli adolescenti occhi incantati a rimirarle, occhi sbarrati dalla paura e bocca atteggiata a un grido di aiuto. In genere il coraggioso Conan era in piedi a fare scudo con il suo corpo alla pulzella in difficoltà, e affrontava mostri che andavano da serpenti e ragni giganteschi a demoni infernali che fissavano bramosi (non senza ragione) la pulzella accasciata al suolo. Naturalmente Buscema ha disegnato anche una guerriera come Red Sonja, ma a me, chiedo perdono, piacevano le bajadere.
    postato da Mio Capitano il 03/01/2007 23:58

    Tesssssssssssss grz per gli auguri che mi hai fatto e per esser passato da me...Auguro anche a te e al tuo blog un 2007 speciale...esattamente come te! Kisskisskiss, Jenny
    postato da jennynutella il 04/01/2007 11:05

    La nuova immagine che ho immesso, sempre opera del grande John Buscema, mi dà l'occasione di parlare di Silver Surfer, ossia del personaggio che si vede sulla destra della foto (l'altro è il Mitico Thor, il potente figlio di Odino relegato sulla Terra a causa della sua disubbidienza). Silver Surfer è senza dubbio il più problematico e tormentato di tutti i problematici e tormentati eroi di Stan Lee. Era veramente dotato di uno spirito umanitario e di una sensibilità esistenziale fuori dal limite, sembrava che i complessi di colpa gli impedissero di vivere. Il suo altruismo e la sua problematicità erano contrapposti a quelli dell’umanità, presentata quasi sempre come composta da individui egoisti, ingrati, avidi e sanguinari. Il nostro eroe, malgrado l’ostilità e la grettezza del genere umano, spesso si impegna in lotte disperate per salvare la popolazione terrestre da pericoli cosmici, ma nessuno si sogna mai di ricompensarlo o di dirgli grazie. Il suo nome era Norrin Radd, se ricordo bene, e proveniva da un pianeta lontano. Viene arruolato da Galactus, un essere potentissimo che per sopravvivere ha bisogno di assimilare l’energia vitale di interi pianeti, i quali dopo il suo passaggio sono incapaci di preservare la vita (Silver Surfer, sfrecciando nel cosmo alla velocità della luce sulla sua asse deve trovare mondi che possano sfamare il suo principale). Galactus è del tutto indifferente al fatto che la sue esigenze distruggano intere razze intelligenti, ma Silver Surfer è tormentato dai sensi di colpa. Ribellatosi al suo padrone per difendere la razza umana, viene da questi esiliato sulla terra, da cui non potrà allontanarsi fino a nuovo ordine. Silver Surfer fu creato nel famigerato 1968 dalla mente di Stan Lee e dalla magica matita di John Buscema. Non ebbe successo in America, le sue avventure durarono solo 25 numeri. In Italia, dove fu pubblicato qualche anno dopo, ebbe ben altra accoglienza. Si era in piena Contestazione settantesca e Silver Surfer pareva un personaggio del tutto adeguato a quel clima politico. Dirò soltanto che i personaggi marveliani di Stan ebbero grandi consensi presso il pubblico giovanile americano, anche quello impegnato. L’Uomo Ragno, adesso Spider-man, insieme credo con Hulk, era il personaggio più amato degli universitari di Berleley, ossia dell’ateneo californiano in cui si sviluppò la contestazione alla guerra del Vietnam negli anni Sessanta.
    postato da Mio Capitano il 04/01/2007 11:52

    Ho frequentato poco il genere, non so perchè. Preferivo Tex, per dire. Ho scoperto, ma correggimi se sbaglio, Stan Lee in una collana che aveva a che fare con le cripte, può essere? Comunque hai eretto un bel monumento a questi che sono dei veri e propri artisti, spesso misconosciuti. Ciao.
    postato da Amfortas il 04/01/2007 14:02

    ThoR!! Mi piaceva da morire. Sai che quando guardo questi fumetti mi viene fame? Ho capito perchè, li leggevo a tavola, all'ora di pranzo. Io e due dei miei fratelli, tenevamo i "gionaletti" poggiati in bilico sulle bottiglie o sui bicchieri! Mio padre non c'era altrimenti sarebbe stato impossibile. La mia lettura era veloce ed ingorda, sicchè non ricordo i personaggi minori. Oltretutto data l'età(dieci anni) non avrei mai notato i caratteri personali degli eroi! Le immagini, quelle sì, ce l'ho ben impresse nella nella memoria. Su questa che pubblichi ti invito ad osservare con me la profondità dell'opera, ci sono circa cinque piani prospettici resi solo col bianco e nero e le diverse dimensioni degli oggetti.
    postato da paola il 04/01/2007 14:09

    Per Paola Ti pubblico una nuova immagine per mostrarti la natura gentile del Conan buscemiano. Aspetto tue, ti vedo parecchio ferrata in tema di disegno, devi averne studiato. Poi fammi sapere tra tutte le immagini pubblicate quale preferisci. Penso che tu abbia visto pure la prima a colori, che però non era di Buscema. Amfortas Ho letto pure io Tex e ne ero un appassionato. Ne apprezzato l'efficace tratto di Galeppini (Galep) e quello ancora superiore di Giovanni Ticci in un'avventura canadese denominata "Sulle piste del Nord". Nondimeno le avventure del nostro forse più illustre eroe a fumetti non erano caratterizzate dal vero e proprio amore che avevo per i fumetti della Marvel. C'era un solo altro albo a fumetti capace di rivaleggiare nel mio cuore con gli eroi di Stan Lee, e cioè Alan Ford (è chiaro che quando io mi riferisco a questo personaggio intendo solo e soltanto gli albi disegnati dalla mano fatata del compianto Magnus e non altri). Un giorno scriverò senza dubbio di quel capolavoro fumettistico che era l'Alan Ford di Magnus & Bunker. Qui posso solo dire che il mio personaggio preferito era il conte Oliver (mi faceva morire il suo linguaggio aulico contrapposto al suo comportamento da volgare grassatore, tanto per usare un suo termine). Un giorno parlerò di Alan Ford, lo giuro. Noto di passaggio che il famigerato Alex non è ripassato per ridarmi l'indirizzo della virago nazional socialista dai liberali costumi che affermava di conoscere. Me ne dispiace, anche perché stavo esercitandomi nell'arte dell'uomo che non deve chiedere mai, onde ottenere dalla esuberante valchiria evocata la sua leale cooperazione esistenziale. :-))
    postato da Mio Capitano il 04/01/2007 16:02

    Interessante questa immagine, sicuramente al disegnatore è costata più fatica dato che è provvista di mezzi toni. Non mi piace l'uomo pensante mi piace l'uomo in azione, quindi finora preferisco Thor. Mi piace la presenza femminile ma solo all'interno di una storia. Mentre se dovessi scegliere una tavola con donne, sicuramente sceglierei il tipo eroico(ma solo in apparenza) Quindi apprezzo un figurativo un pò esagerato, muscoli in evidenza, ma solo per dare potenza e plasticità all'immagine(Michelangiolesca possibilmente). Ma non è un giudizio tout-court, se un immagine è bella e armoniosa sono pronta ad apprezzare anche figure esili, magari parlando di Pluto o Paperino(eh eh)!!!
    postato da Paola il 04/01/2007 18:09

    Ed ecco un potente chiaroscuro di Mike Deodato. Si noterà l'assoluta assenza o quasi di mezzi toni. Di passaggio noto che pur essendo Capitan America un personaggio nazionalista, quello ripescato da Stan Lee nei soliti anni Sessanta dall’iceberg in cui il nostro eroe si era ibernato (Capitan America aveva combattuto i nazisti nella seconda guerra mondiale) era un personaggio pieno di problemi nel più puro stile marveliano. I suoi amici erano morti, la sua donna invecchiata, il mondo sembrava considerarlo un dinosauro sorpassato e lui sembrava chiedersi in continuazione e anzi si domandava “Chi sono io?”. Ecco una sintesi di un mio commento antico su questo personaggio. Capitan America era uno dei miei personaggi preferiti in assoluto quando non aveva ancora un suo albo qui in Italia e militava nei Nuovi Vendicatori (quelli dai deboli poteri e dalla magnifica psicologia in contrapposizione agli Originali, potentissimi Vendicatori tra cui Thor e Hulk). Lo Steve Rogers dei Nuovi Vendicatori è un personaggio del tutto avulso dal contesto moderno (recuperato da un blocco di ghiaccio in cui era rimasto ibernato dalla fine della seconda guerra mondiale). Non ha più gli amici di un tempo, morti o invecchiati, non è abituato alla modernità, ha lasciato un mondo intriso di patriottismo e di cattivi facilmente identificabili (Hitler e i nazisti in primo luogo) e si trova proiettato in piena Contestazione, in pieno pacifismo anti Vietnam. Fa un balzo di un paio di decenni, ma gli pare che siano passati secoli. E’ così turbato dal quel viaggio nel futuro (senza ritorno) che tra tutti i soggetti da psicanalista che erano i personaggi della Marvel di Stan Lee a me pareva uno di quelli messi peggio. A un tratto ritrova la sua antica fidanzata di un tempo. E’ lei. E’ uguale a come era un quarto di secolo prima. Steve si sente commuovere, dunque c’è ancora speranza a questo mondo! Può ancora ritrovare un minimo di serenità nel pazzo e scombinato mondo in cui è stato proiettato. Si avvicina. La chiama. Non è lei. E’ la figlia della sua antica fiamma: lui è solo un vecchio arnese del passato che forse non ha nessuna ragione per continuare a vivere. Ritroverà anche la sua vecchia fidanzata. E’ una vecchia. Vorrebbe invecchiare anche lui e avere le sue rughe, ma non è possibile. Il meglio del meglio del tratto caratteriale di Capitan America viene descritto nella sua militanza con il gruppo dei Nuovi Vendicatori, i quali sono tutti dei ragazzini sfacciati con poteri superiori ai suoi e poco rispetto dell’età e dell’esperienza del problematico Rogers (mi pare che in questo campo il genio di caratterizzatore psicologico tipico di Stan Lee abbia raggiunto il culmine). I nuovi Vendicatori, prima di tutto il ragazzo “difficile” e irriverente che era Occhio di Falco, lo trattano come un residuato bellico, un dinosauro del passato di cui ridere e sorridere, che peraltro come poteri può vantare solo un ridicolo scudo e qualche capriola da saltimbanco. Occhio di Falco è spietato. Non perde occasione per mettere in discussione l’autorità di Capitan America, che come solo membro rimasto degli Originali Vendicatori ha assunto la funzione di capo. Però anche quando qualcuno dei giovani sfacciati con cui ha a che fare gli mostra un sentimento diverso, non per questo la situazione di Steve Rogers migliora. Anzi. E’ il caso dell’amore timido e discreto che la mutante Scarlet (il mio personaggio femminile preferito, più affascinante di una pin-up quando la disegnava John Buscema, ero innamorato di lei senza remore) rivela per Capitan America. Rogers non può accettare quell’amore a causa della differenza di età, e magari anche per la confusione mentale che tuttora lo attanaglia dopo lo sbalzo temporale. Eppure la dolce Scarlet continua ad amare del suo amore disperato e impossibile. Vi pare abbastanza come complicazione psicologica? Certo, ma non deve essere stata la stessa idea di quell’incontentabile di Stan (l’uomo, questo il suo soprannome marveliano scelto evidentemente non a caso) Lee. Ecco quindi che all’interno dei nuovi Vendicatori si crea un terzo sentimento amoroso. Quello del contestatore Occhio di Falco per Scarlet. E siamo al triangolo amoroso. A ama B che ama C, il quale non può amare nessuno. Ovviamente la complicazione amorosa in cui è invischiato il giovane Occhio di Falco non fa che rendere più conflittuale il suo rapporto con il fin troppo saggio Capitan America.
    postato da Mio Capitano il 04/01/2007 19:05

    In questo discorso, chino il capo, e per me c'è spazio solo per un saluto. Ciao Capitano
    postato da cleide il 04/01/2007 20:39

    Di amori irrisolvibili ne è pieno l'universo fumettistico, un pò come le soap...se si risolvono come si va avanti? Capitan America, un altro osso duro. E poi vuoi mettere quanta saggezza ti porta l'immobilità per vent'anni? Non mi era proprio simpatico, troppo sapiente, troppo sulle sue. Però statuario pure lui. Scarlet era proprio bellina, sì, mi piaceva perchè era una capellona come me. Però tu lo sai che certe misure non possono esistere? Vero? Vabbè, mi dispiace commentare così poco, ma devo lavorare ancora. Però ogni tanto ritorno a leggere, almeno mi riposo un pò...
    postato da paola il 04/01/2007 21:44

    Passo per un saluto che di fumetti non capisco niente. Credo che gli ultimi che ho letto, a parte Topolino, fossero Pecos Bill e Mandrake mi pare. Ciao
    postato da ariela il 04/01/2007 22:08

    Cari amici, eccone alcune. Per ariela, Topolino lo hanno letto tutti a me piacevano particolarmente gli albi giganti degli anni settanta. Ottimo Mandrake, uno dei grandissimi classici del fumetto insieme all'Uomo Mascherato, personaggi non a caso creati entrambi dal soggettista Lee Falk: Paola, Amavo Capitan America, o meglio lo stralunato Steve Rogers amato da Scarlet (come mi sembrava proibita all'epoca la relazione tra questi due supereroi). Devo dire tra l'altro che di recente ho appreso alcune informazioni non liete. E cioè che il citato Occhio di Falco, sfortunato in tutto e pure in amore, è morto; La magnifica Scarlet è impazzita credo per amore uccidendo diversi supereroi; di Capitan America non so niente, solo che in un certo punto della sua carriera preso dai soliti dubbi esistenziali cambio costume e nome, si faceva chiamare il nomade... ora però credo che sia ritornato alla sua normalità supereroica. Posto a te e agli altri viandanti del blog, cara Paola, una foto di un bacio appassionato tra Capitan America e la splendida Scarlet, immagine non risalente alla mia epoca, ma che tuttavia ami fa vibrare ogni volta che la vedo. (Ah, Paola, qualora tu temessi che fossi impazzito come di recente è accaduto all'innamorata mutante, ti segnalo che mi è noto che esistono delle lieve differenze tra le perfettissime supereroine dei fumetti e le donne reali. :-)) Cleide, Il tuo saluto è sempre benaccetto. Non pretendo che tutti condividano il mio amore per i fumetti. E ora via con il bacio che mi fa vibrare!
    postato da Mio Capitano il 04/01/2007 22:59

    Eh eh eh Era solo un'informazione per altri... Infatti questa non è la Scarlet che ricordavo io! Ecco qui siamo ad oggi, il colore si fa denso, la carta stampata cambia, si usano retini colorati o l'aerografo di alta qualità, per non parlare della grafica computerizzata! Anche se alcuni disegnatori preferiscono ancora oggi fare le tavole di maggior importanza completamente a mano Pensa proprio adesso ho finito di dipingere una specie di Cyborg e ho avuto non pochi problemi con i riflessi: ombra penombra colore e luce ombra penombra colore e luce La luce diventa liquida...il cervello diventa liquido...meglio che vado a casa. Buonanotte
    postato da p a o la a il 04/01/2007 23:56

    No Capitano, non è insoddisfazione, è libertà! Io mi sto scoprendo solo ora e questo mi fa stare meravigliosamente bene. Pazienza per i cadaveri sul mio cammino...son stata cadavere anch'io. Si risolleveranno. Ma son felice di averti strappato sei righe di commento, di solito sfrecci!! Buonanotte Mio Capitano
    postato da cleide il 05/01/2007 00:46

    Io amo Elektra...mi piace troppo ....baci ciao Mio Capitano salutami la bella Napoli e Auguri per questo nuovo anno, che sia per te fonte di esrema gioia e soddisfazione A.
    postato da agroedolce il 05/01/2007 10:07

    Alan Ford eh? Beh, quando scrivi il post fa un fischio, mi raccomando...io comprai il primo numero solo perchè era Magnus a disegnarlo (leggevo Satanik, responsabile dei miei primi turbamenti insieme alla reale Francoise Hardy)...e di Superciuk che mi dici??? Ciao :-)
    postato da Amfortas il 05/01/2007 10:34

    No, Capitano, mi son espressa male.Tu mi insegni che il virtuale è il luogo dell'equivoco per eccellenza.Pensavo che la mia simpatia e stima nei tuoi confronti ti fosse arrivata. Non voglio il poema, mi basta un tuo sorriso ogni tanto, prezioso perchè non facile da strappare. Scusami ancora.
    postato da cleide1967 il 05/01/2007 11:31

    Continui a cambiare la foto di questo post (una più bella dell'altra), ma io aspetto che ti riporti su un terreno a me più congeniale... e intanto ti saluto.
    postato da iltov il 05/01/2007 11:46

    amfortas conoscevo il Satanik di Magnus, ma non sapevo che quel personaggio fosse ispirato alla elegantissima cantante Francoise Hardy (consiglio vivamente di ascoltare alcuni dei successi di questa eterea interprete). L'ho rivista in filmati d'epoca e costei aveva una figura che risulta ancora modernissima. Superciuk? Strepitoso. Ci sarà da dirne su questo personaggio. Mi piaceva moltissimo pure Bob Rock (per i non esperti dirò che si trattava di un personaggio basso, nasone e complessato, che pare sia stato ricalcato sulla figura dello stesso disegnatore Magnus. Mi piaceva pure la straordinaria ingenuità di Alan Ford, contrapposta al cinismo estremo del resto dei rappresentanti del gruppo Tnt. Comunque il conte Oliver regna incontrastato nei miei ricordi. :-))
    postato da Mio Capitano il 05/01/2007 12:53

    electra è la mia guerriera preferità _ mi ci voleva un salto qua da te;) stiamo lavorando come matti per preparare un dossier molto dettagliato ,è il primo che facciamo e non abbiamo esperienza, è tutto fai da te _ un abbraccio Mio Capitano indio ______________________ "non si vende la terra su cui cammina un popolo" Tashunka Witko 'Crazy Horse'
    postato da indio il 05/01/2007 16:45

    Stupendo. Un Marvel fan della prima ora come me. Avevo sei o sette anni quando ho letto il primo numero di FQ dell'indimenticata Editoriale Corno. Li leggo tuttora, sia pure in lingua originale, e ho tonnellate di arretrati su cd.. Si, Scarlet è impazzita e ha scombinato il mondo. :D La saga ha il nome di House of M, le cui conseguenze hanno cambiato il volto dell'universo Marvel e si sono evidenziate in Decimation e Civil War. Capitan America è tornato Capitan America, dopo aver abbandonato l'identità di Nomad e de Il Capitano. Quando le mie amichette sognavano il principe azzurro, io dicevo che volevo uno come Steve Rogers! Se ricordi Bucky Barnes, il suo partner delle prime avventure, sappi che è ancora vivo (come ho ancora da capirlo) e si fa chiamare Winter Soldier. E uno dei personaggi che più mi piacciono attualmente è Wolverine. :D Ciao!
    postato da hellcatxx il 05/01/2007 21:38

    P.S. Anche Sinnot era perlopiù inchiostratore, specie sulle matite di Jack "the King" Kirby.
    postato da hellcatxx il 05/01/2007 21:40

    Ricopio qui questo mio commento perché questa mi sembra la sua sede più idonea. Da quel poco che ho visto, detesto quasi tutto il fumetto moderno, soprattutto a livello di disegno, perché il fumetto è al novanta per cento basato sulla potenza del disegno, che fa la storia e anche la sceneggiatura. Il fumetto moderno è spesso coloratissimo, appariscente, ben strutturato, ma sembra molte volte senz'anima. Il meglio del fumetto è quello in bianco e nero, ottenuto non con il segno lineare e freddo del rapidographos (attrezzo comodo, ma del tutto sprovvisto d’anima, non so nemmeno d’altronde se si usa ancora tra i cartoonist), ma con l’antico e potente pennino e con il parimenti antico, ma ancora più potente pennello intinto nell’inchiostro nero di china). Questo è il disegno, questo è il fumetto. La tavola ottenuta con il pennello nero. La punta del pennello passata magistralmente sul bordo della figura. Non ricordo che mi sia mai piaciuto un fumetto a colori, Alan Ford era in bianco e nero, Tex pure, perfino Dylan Dog, anche gli antichi albi della Marvel-Corno avevano le pagine alternate a colori e in bianco e nero. Qualsiasi schifezza modernista è mille volte meno espressiva. Nessuno a quanto ne so è mai riuscito a superare gli effetti sublimi che otteneva con gli antichi attrezzi grafici citati Alex Raymond negli Anni Trenta nelle tavole di Flash Gordon, per quante diavolerie moderne e arlecchinate tecniche si siano inventate.
    postato da La potenza del pennello e del nero di china il 06/01/2007 20:15

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