lunedì 29 ottobre 2007

Il mio romanzo fuori dal cassetto


Alcuni amici mi hanno chiesto informazioni sul mio romanzo uscito dal cassetto per avviarsi in tempi ragionevoli alla stampa. Ho già detto che si intitola Atto d'amore e che è di argomento giallo con venature erotiche. Parla della difficoltà di instaurare rapporti sentimentali nella moderna vita metropolitana.
Il mio editore Roberto Russo di recente mi ha detto che è già possibile prenotare il mio romanzo, per chi sia interessato, a questo indirizzo. Bisogna compilare una scheda senza pagare nulla, è spiegato tutto sul sito; si pagherà solo alla consegna del libro che, devo avvisarlo, potrebbe richiedere ancora qualche tempo.
Ecco la quarta di copertina che ho scritto per la mia storia:
Magari sei un balordo, ma, pur con i tuoi vizi spregevoli, riesci a tenerti dentro i confini della società. E magari capita che un giorno ti innamori, e che proprio ciò che dovrebbe renderti più umano ti faccia percorrere quel centimetro che ti fa uscire dalla normalità. L'amore fa impazzire? Forse. L'amore crea mostri? Può darsi.
Nessuno è in grado di prevedere cosa può succedere quando un uomo incontra una donna. Soprattutto quando l'uomo è uno stupratore occasionale e quando la donna è una figura forte, ma incomprensibile come Teresa.

Gli interessati vadano sull'indirizzo su indicato, sulla colonna a sinistra c'è la scritta "Prenotazione libri"; cliccandola verrà visualizzato pure il mio romanzo Atto d'amore. Ripeto che per prenotare non si deve pagare nulla.
Ecco un link che potrebbe essere interessante consultare: Graphe.it
Che altro dire? Magari, in mezzo a tante scartine, qualche volta ci arriva pure una discreta mano di carte nella partita della vita. Un sorriso agli amici.

sabato 20 ottobre 2007

Google delle mie brame


Come si arriva, se non al cuore virtuale del Capitano, per lo meno al suo blog? Di recente ho analizzato le parole chiave che conducono ai miei post gli utilizzatori di motori di ricerca. Le mie osservazioni sull'uso delle parole chiave adoperate hanno dato non poche sorprese. Gran parte degli utilizzatori di Google approdata sul mio blog sembra condotta principalmente da ricerche sui fumetti erotici. Ho decine di ingressi collegati a parole chiave siffatte e la cosa davvero strana è che io, pur avendo scritto alcuni post sui fumetti, su quelli erotici ne ho pubblicato uno solo e segnatamente sugli albi per adulti degli anni Settanta.

Il secondo gruppo di interesse che conduce sul mio blog è legato a varie parole chiave di argomento osé o magari semplicemente anatomico-intimistico. Ci sono molte tette e culi tra le parole ricercate dai miei visitatori e persino un "preti trombatori" che assolutamente non riesco a spiegarmi con la materia dei miei scritti. Ho tremato quando ho visto che uno dei termini di Google che conducono al mio blog era "amore con cavallo", e per una frazione di secondo ho avuto lo spiacevole sospetto che i miei post vertessero su argomenti non propriamente educativi. Infine, in questo primo gruppo di parole chiave erotiche, ci sono le "mutande". Mutande a profusione. Mutande di ragazze e di signora, pompea e roberta. Ho il forte sospetto che basti digitare il termine mutande accompagnandolo con qualsiasi apposizione o aggettivazione per visualizzare in discreta posizione il mio blog tra i risultati di Google.

Fin qui ero piuttosto impensierito dal contenuto degli articoli da me scritti o almeno dall'opinione che di quegli articoli aveva il principale motore di ricerca del mondo. Ma per fortuna ho notato che il mio blog era raggiungibile pure per mezzo di strade per così dire più ortodosse. Ecco infatti un gruppo di navigatori virtuali che mi fa visita facendo ricerche sulle canzoni napoletane, specie quelle moderne dei cosiddetti autori neoromantici, e sulla napoletanità in genere. Ecco a seguire parole chiave che mi hanno dato un'intima soddisfazione riguardanti gli indiani d'America, i sioux, Cavallo Pazzo, Custer, l'epopea del West o i canti Oglala. Godevo, lo confesso, quando notavo che utilizzando alcuni dei termini suddetti ero piazzato tra i risultati di Google meglio di certi siti molto più professionali, almeno nel look, del mio reietto blog.

Altra sorpresa: Jesus Christ Superstar. Ho scritto un solo post su questo argomento, il celebre film del 1973 di Norman Jewison, ma pare che tale post abbia lasciato il segno, almeno per quanto riguarda le ricerche nel web. Alcune persone sono arrivate a me addirittura cercando informazioni sulla canzone cantata da Maria Maddalena/Yvonne Elliman "I Don't Know How to Love Him". Ulteriori note positive sono date dai nomi di attrici e attori del passato, Mirna Loy o Guy Williams o, meglio ancora, dalla chiave di ricerca "Marlene Dietrich canzoni pacifiste" (l'attrice tedesca cantò la celebre "Where Have All The Flowers Gone"). C'è poi "l'amore a prima vista, un "lei ti amerà per il resto della vita" e qualche Emma qui e là. Ah, Emma, meno male che ci sei pure tu!

Ci sarebbe da parlare ancora molto, ma rimane il tempo per un ultimo appunto prima di chiudere. Mi ha dato una gioia profonda difficile da spiegare l'aver notato che una delle ricerche visualizzanti il mio blog era "come scrivere un romanzo" (non ricordo bene le parole). Ho riletto l'articolo che scrissi su questo argomento e non era poi tanto malvagio. Dopotutto, mi sono detto, forse ho combinato pure qualcosa di buono in queste terre virtuali. :-)

venerdì 12 ottobre 2007

Napule è mille culure


A tutti noi è capitato di amare e odiare nello stesso tempo una cosa. Può essere stata una donna, un amico, una casa. Io ho detestato spesso la mia città, Napoli, ma poi all’improvviso mi è capitato di amarla e soprattutto di ammirarla. Non credo che Napoli sia cambiata nel profondo da quando la conosco, cioè da sempre, quindi devo essere cambiato io o il mio modo di percepire il luogo in cui vivo.
Ho già parlato in altri post del mio rapporto ambivalente verso certi aspetti del folclore partenopeo. Per gli interessati c'è l’etichetta “Napoli” in fondo all’articolo. Ora voglio parlare del particolare modo in cui percepivo Napoli nella narrativa, specie in quella che producevo io.

Come alcuni sapranno scrivo narrativa, ora più, ora meno, da diversi anni. Uno dei problemi maggiori che ho incontrato in questa mia attività è stata l’ambientazione delle mie storie. Scrivevo gialli, racconti di emarginazione metropolitana, di fantascienza o anche di genere fantastico (cioè di eventi portentosi non spiegabili con la normale esperienza umana). Il problema grosso era quando dovevo collocare le mie storie in uno sfondo letterario efficace. L’ambientazione in narrativa è un elemento fondamentale, rende plausibili le tue storie, dà loro spessore e vividezza, le fa vere o verosimili. L’ambientazione non deve essere per forza minuziosa o peggio ancora prolissa, ma vigorosa. Il lettore deve percepire che chi scrive sa di cosa parla, conosce vicoli, persone, suoni, accenti, deve convincersi che l’autore ha respirato l’aria menzionata nella sua prosa, ha udito la gente bestemmiare nella loro parlata originale e forse ha imprecato lui stesso in maniera simile.

L’unica città che conosco davvero bene è la mia, Napoli. Quindi una scelta naturale e anche obbligata sarebbe stata di collocare le mie storie lì o meglio qui. Purtroppo qualsiasi mia avventura letteraria situata nei vicoli partenopei mi risultava stonata. Mi pareva che nella mia città si muovessero solo personaggi da macchietta come quelli di Così parlò Bellavista di De Crescenzo o di Io speriamo che me la cavo della Wertmuller. Passeggiando per Mergellina o per i quartieri spagnoli potevi imbatterti solo in un Pasqualino Settebellezze o in un moderno lazzarone mandato da Picone. Avevo la netta percezione che le mie ambiziose storie (ambizioso non significa per forza efficace) - talvolta basate su viaggi nel tempo o su situazioni alla Matrix quando ancora non c’era il film - si riducessero, situandole in una certa oleografia partenopea, a un Funiculì Funicolà e a un Pullecenella che mangia spaghetti con le mani. Per evitare questa apparente iattura per anni ho collocato i miei romanzi in paesaggi asettici, città fantasma che sarebbero potute essere tutte o nessuna, rinunciando in questo modo a molta della forza narrativa tipica di una buona ambientazione letteraria.

Poi d’un tratto zac, ho cambiato idea. Ho visto Napoli con occhi diversi non solo in letteratura. Dove prima coglievo basso folclore buono per i turisti nordici che dicono Wonderful agli scugnizzi e alle pescivendole di Porta Nolana , ora vedevo colori a migliaia, vitalità, mistero. Posti e personaggi affascinanti utili per ambientare qualsiasi storia, seria e meno seria, tradizionale o innovativa, gialli, horror, vicende politiche, di denuncia e persino avventure di fantascienza o di fantasy. Volete fare viaggi nel tempo? Fateli a Napoli. Volete cercare nuovi codici Da Vinci? Cercateli nei musei di Capodimonte o nel Castel Sant’Elmo. I vicoli partenopei si adattano a ogni trama, intreccio, situazione o argomento riproducibili in narrativa, così mi pareva, e tutto possono valorizzare i chiaroscuri dei bassi, il caos delle strade, il brulicare di umanità. Venite a Napoli, troverete Masanaiello e Ciccio Formaggio, ma anche Eduardo, Massimo Troisi e Pino Daniele. Qui vi aspettano gli scontati babà e sfogliatelle delle Marise Laurito, ma pure la passione, il cuore di una vera femmina di mare come quella ritratta nella foto del post.

Nella mia città c’era tutto e il contrario di tutto, ho scoperto un giorno. E tutto e il contrario di tutto si può scrivere su quello sfondo. Pochi o nessun posto nel mondo sono più adatti per ambientarvi storie. E’ strano che io l’abbia capito solo dopo tanto tempo. A volte ti serve quasi una vita per afferrare concetti elementari, per capire che “Napule è mille culure / Napule è mille paure / Napule è a voce d’’e creature / ca saglie chianu chianu / e tu sai ca nun si sulo”… “Napule è tutto 'nu suonno / e 'a sape tutto ‘o munno / ma nun sanno ‘a verità.”

mercoledì 10 ottobre 2007

La mia musa letteraria


Ho commesso una voluta svista nel titolo. In realtà Mariella, di cui parlerò in questo post, non è la mia musa ispiratrice letteraria, ma più una traghettatrice, una specie di valorosa Caronte che mi sta facendo guadare l'impetuoso e periglioso fiume dell'editoria.

Prima di tutto ecco l'indirizzo del blog della protagonista di questo post. Invito gli amici a cliccare il link: dare uno sguardo a un blog ben fatto non potrà di sicuro fare male. Mariella è una persona che lavora nel mondo dell'editoria di cui parlerò meglio in seguito. Per ora voglio ricordare il modo in cui feci la sua conoscenza sul blog.

Fu parecchi mesi fa, doveva essere qualche settimana dopo che ebbi pubblicato il post Il blog, ovvero la fulgida Spada della Libertà editoriale, in cui sostenevo con una punta polemica che il blog è alla fin fine è meglio e più democratico dell'editoria classica che pubblica romanzi. Per uno di quei casi della strani della vita, poco dopo aver sparato contro il mondo dell'editoria ecco che quel mondo, sempre distante e irraggiungibile, si palesò a me. Ricevei un messaggio personale dal mio blog. Una certa Mariella che lavorava nel campo della narrativa affermava di aver letto e apprezzato i miei post e mi domandava se avessi scritto qualcosa di più lungo come un romanzo. Ebbi qualche esitazione perché non scrivevo più narrativa da un bel po', ma dopo un'attenta riflessione dissi che sì, forse avevo un romanzo che poteva rientrare nell'argomento giallo-erotico indicato dalla mia interlocutrice. Gli si poteva dare una sistemata e vedere che effetto faceva.

Rispolverai i vecchi file del romanzo, ci mettemmo io a scrivere e Mariella a leggere e a valutare ed ecco che alla fine la mia storia fu pronta per essere pubblicata con il titolo di Atto d'amore. Si sa che i tempi dell'editoria non possono essere fulminei quindi ci vorrà ancora qualche mese prima che il mio romanzo vada in stampa.

Dopo aver rievocato il nostro incontro, due parole sulla protagonista del post. Mariella Calcagno è direttrice di due collane della giovane casa editrice Graphe.it. E' di Parma e tiene un corso di scrittura creativa (cioè uno quei corsi che ti insegnano a scrivere narrativa). Ha un interessante blog che ospita recensioni letterarie o suoi racconti erotici (se non sbaglio talvolta da lei ho visto pure qualche lavoro dei ragazzi della sua scuola di scrittura). E' seria, riflessiva e di lei posso dire solo bene, soprattutto perché mi ha dato la possibilità di pubblicare un romanzo senza spendere un centesimo (e questa era una battutina). La cosa che mi spaventa è che ha manifestato il proposito di intervistarmi per ragioni letterarie. Tremo al pensiero di dover dare risposte serie o severe sulla letteratura. Beh, cercherò di inventarmi qualcosa. Magari chiederò la grazia a san John Belushi. E ora fate una bella visita, se potete e volete, al sito della nostra amica. :-)

venerdì 5 ottobre 2007

Risponde il bloggologo



Stimato bloggologo Capitanquenz, ho notato che le modalità per interagire in questo ambiente virtuale sono diverse dal mondo della chat, da cui provengo; in sostanza, non riesco a fraternizzare con una blogger abbastanza da introdurre, ossia incuneare, inserire, infilare, parcheggiare, depositare, penetrare, insinuare...

Gentile neoblogger, ho dovuto sintetizzare la sua artistica lettera per motivi editoriali. Il blog è uno strumento di comunicazione diverso dalla chat e quindi necessita di comportamenti differenti. Prima di tutto sul blog, quali che siano i motivi che ci hanno condotto qui, si scrivono post, possibilmente non alla carlona. Inoltre le sconsiglio di adoperare una strategia acchiappatoria di pura forza bruta. Cioè forse non è opportuno mandare mille mail a mille blogger sperando che almeno una abbocchi. E' altresì controproducente che lei, nella prima mail spedita alle sue interlocutrici virtuali, inserisca il meglio del suo album fotografico, in cui è ripreso in pose da star hollywoodiana nelle sue vacanze a Rio de Janeiro. Le consiglierei pure di non accludere, sempre a quella prima avance virtuale, il suo numero di cellulare con l'ingiunzione perentoria a chiamare, inviti a cena palesi o sottintesi e riferimenti, palesi o sottintesi, a sue supposte qualità o grandezze sessuali.

Pregiato professor Capitanquenz, sono una madre preoccupata. Ho da poco scoperto che mia figlia adolescente ha un blog intitolato "Diario di una zozzona liceale". In quelle pagine virtuali la mia dolce e virtuosa bambina confessa di aver fatto sesso virtuale e reale con partner conosciuti tra chat, blog e forum vari, comprendenti professionisti sposati e non, garzoni di salumieri e lattai, universitari fuori corso, avvocati, fiscalisti, sindacalisti, seminaristi in incognito, brigatisti in regime di semilibertà, un paio di lesbiche, un gay in crisi esistenziale, svariati simpatizzanti del Vaffanculo Day e persino uno schietto sostenitore di Willer, non Tex ma Bordon... in allegato le spedisco la lista completa dei partner sessuali della mia figliola quali si deducono dal suo blog, che come vedrà occupano quattro fogli dattiloscritti a interlinea uno. Vorrei far qualcosa, ma temo di alterare, con un mio intervento inidoneo, il naturale sviluppo psicofisico della mia adorata bambina, interferendo con la libera estrinsecazione della sua personalità.

Io non mi preoccuperei più di tanto. La sua congiunta mi pare una ragazza normale che fa esperienze tipiche del suo stadio evolutivo. Sono certo che una volta superato questo transitorio periodo di acquisizioni culturali la sua figliola si interesserà ad altri aspetti esistenziali. Anzi vedrà che presto la lista dei suoi ultimi partner sessuali occuperà solo un paio di cartelle dattiloscritte. In ogni modo, per visualizzare meglio il problema potrebbe comunicarmi l'indirizzo del blog o meglio ancora il numero di cellulare della sua figliola. La contatterò al più presto e in caso di necessità io e il mio staff di bloggologi sottoporremo la suddetta a un'accurata ed esaustiva seduta di terapia.

Esimio bloggologo, scrivo post di argomento neoromantico, ma pur suscitando l'attenzione e i commenti di alcune blogger, tale interesse non riesce a superare la soglia di una formale simpatia che non porta agli sbocchi sentimentali da me auspicati. Può dirmi dove sbaglio?

Ho trovato il suo blog scritto con acume e sorretto da un invidiabile senso dell'ironia, anche se in qualche punto non guasterebbe un pizzico di sintesi. Ecco uno scenario psicologico utile ad aumentare il favore delle sue lettrici. Nei suoi articoli, pur ridendo e scherzando su tutto come al solito, lei lancia qui e là accenni al suo grande amore perduto, bello quanto impossibile. Le consiglio inoltre di descrivere alcuni suoi amplessi sessuali anche espliciti, fino a fellatio e cunnilinguae, ma non oltre, (ciò rassicurerà il pubblico femminile sulla sua indole virile e sul suo sex-appeal), di procedere con citazioni da musica rock preferibilmente hard-death, Pestilence, Entombed o Mortaccys (ciò proverà modernità di pensiero e un pizzico di sano anticonvenzionalismo), di suggellare infine il tutto con una ripulsa del mero sesso ricreativo e con un inno all'Amore Grande e Perduto che ha caratterizzato la sua appassionata esistenza (ciò solleciterà nelle sue lettrici l'irrefrenabile impulso di lenire in prima persona il suo disagio sentimentale). Potrebbe sorreggere l'ultimo punto con citazioni da un crepuscolare Guccini "Amo senza peccato, amo ma sono triste" (ciò dimostrerà che sì, il rock va bene, ma dentro il suo petto c'è un cuore melodico che batte).

Chi sono: bloggologo e bloggoterapeuta, docente di Sessuobloggologia all'Università La Sapienza Virtuale di Pollenatrocchia, consulente tecnico della Posta del Cuore di Tiscali, responsabile di corsi sulla teoria e pratica del blog.