lunedì 28 aprile 2008

Notizie di uccelli stanziali


Sono offeso dalle recenti critiche contro la classe di giornalisti. I giornalisti sono il sale della democrazia, eroi dell'informazione, e ci aggiornano esaurientemente su qualsiasi argomento come dimostrano gli esempi ornitologici che cito.

Io ce l'ho più lungo. - Professoressa, guardi qui, chi ce l'ha più lungo?

- Scusate ragazzi, ma non vedo bene, avvicinatevi. Mi pare che quello di Mastrangelo sia bello grosso, d'altronde anche quello di Esposito è gonfio mica male.

- Professoressa, lei fa i soliti favoritismi! Lo vedono tutti che il più lungo è il mio, come diavolo fa a non accorgersene?

- Sei sempre la solita testa calda, Gargiulo. Ce l'hai più piccolo, ma ora te lo misuro con questo metro da sarta che casualmente mi trovo in borsa. Allora, l'hai indurito?

- Sissignora. Duro e pronto alla misurazione. Faccia attenzione con quel metro, questa gara deve essere del tutto leale e corretta.

Quasi tutti i portali di informazione, dal Corriere della sera in giù, riportano la notizia della gara a chi ha il pene più lungo fatta in una scuola media di Sant'Antimo nel napoletano. Sull'atteggiamento dell'insegnante le fonti divergono. Per alcuni, ha dichiarato di non aver visto niente (nessuno degli uccelli stanziali che le svolazzavano sotto il naso); secondo altri invece avrebbe offerto il suo dotto parere per dirimere la questione e soddisfare in tal modo la sete di conoscenza degli allievi.

Io invece ce l'ho piccolo, cioè no. Il televideo di Mediaset con l'ausilio di vari siti di notizie ci informa che il cantante Enrique Iglesias ha dichiarato di non avere il pene piccolo come da egli stesso notificato in passato agli organi di informazione (ciò lo aveva reso testimonial di un profilattico di taglia extra piccola). Iglesias ha affermato che al contrario il suo organo sessuale è di vistose e anzi ciclopiche dimensioni. Pare che la giornalista intervistatrice abbia fatto notare che lei era una seria professionista. Non poteva divulgare una simile notizia senza controllarne la fonte. Il televideo non ha specificato se Enrique Iglesias si sia sbottonato la cerniera dei pantaloni e la sua appendice corporale abbia superato la severa indagine manuale della paladina dell'informazione democratica.

Io me ne sbatto, cioè me lo sbatto in classe. Notizia citata da telegiornali, televideo, siti, blog e valli alpine in cui si esercitano gli ugolatori tirolesi. Una donzelletta che non veniva dalla campagna, ma da un corridoio del liceo scientifico "Martin Luther King" nel genovese ha fatto una scoperta. Aprendo la porta di una classe ha trovato dentro il suo professore che, come dire, coccolava il suo uccello in tenuta adamitica. "Che fa, professore?" ha esclamato la fanciulla. "Mangio un panino, non vedi?" "E me lo chiama un panino, quello che ha in mano?" Qui le fonti come al solito non concordano. Per i più il professore, ligio alle regole dell'ospitalità scolastica, avrebbe signorilmente invitato la cortese donzelletta che non vien dalla campagna: "Vuoi dare un morso al mio sfilatino?".

Io con il mio aumento l'audience femminile. Spopola su You Tube un filmato culturale che probabilmente sarà proiettato alle prossime olimpiadi di Pechino per illustrare gli alti valori dello sport e allentare la tensione sulla bistrattata fiaccola olimpica. In una concitata fase di gioco l'affare, e che affare, di un calciatore salta fuori dai pantaloncini e ballonzola di qui e di là disegnando sinuose figure nell'aria. Il presidente del comitato olimpico ha dichiarato che tale filmato sarebbe piaciuto al barone de Coubertin e avrebbe soddisfatto il suo anelito verso uno sport più schietto e vero. Anche il Dalai Lama pare ne abbia consigliato la visione ai dirigenti politici cinesi per aiutarli ad uscire dal loro complesso dei Nani di Biancaneve. Il filmato è stato sottoposto pure al vostro indegno cronista per via mail, con il titolo: E' sicuramente fallo! Si consiglia di visionare il precedente link solo se si è forti di cuore, maggiorenni e non soggetti a invidia maschile o ad astinenza femminile.

Dopo questa esauriente panoramica sulle più importanti notizie mondiali, la nostra valorosa emittente libera vi rimanda ad altri imminenti notiziari che aumenteranno la vostra coscienza democratica e la vostra competenza elettorale.

martedì 22 aprile 2008

Lo scudiero che vinse la guerra


Devo muovermi, ho voglia di precipitarmi sul re nero che vedo in fondo alla scacchiera. Ma come può, un semplice pedone come me sperare di minacciare il più importante pezzo degli scacchi e magari sperare di vincere la partita in cui è impegnato?

Se lascio la rassicurante seconda traversa, dove posso contare su un'adeguata protezione da parte dei miei potenti compagni di gioco, diventerò facile preda degli scalpitanti cavalli avversari, bramosi di avventarsi su qualche temerario lacché da gioco. Senza contare con quale facilità potrebbero spazzarmi via le torri nere quando getteranno nella mischia il peso della loro potenza congiunta. Eppure devo avanzare sulla scacchiera, è un desiderio impellente, persino vitale. Per qualche assurdo motivo penso che pure un insignificante pedone come me avrà il suo momento di gloria in questa partita, ma è certo che l'ansia della battaglia mi gioca brutti scherzi. I pedoni non vincono le partite, possono essere solo sacrificati per acquisire vantaggi tattici. Siamo carne da cannone, siamo quelli delle disperate cariche con la baionetta, la feccia del nostro schieramento.

Sono nervoso, ma rassicurato dalla vicinanza della mia regina e dalla scorta di tutto rispetto offerta dai i due splendidi cavalli bianchi davanti a me. Voltandomi, tuttavia, mi accorgo che la regina e l'alfiere neri non hanno finito di portare la distruzione nell'accampamento dei miei colori e paiono bramosi di altre vittime da catturare.

***

La terribile regina avversaria si è incuneata in profondità nelle disastrate linee difensive dei colori bianchi. Dio mio, la crudele assassina ha appena annientato una torre nell'angolo sinistro del mio accampamento. Il grido di morte della torre attraversa il campo di battaglia facendo rabbrividire tutti i pezzi della scacchiera a prescindere dal loro colore. Non posso fare niente per portare aiuto alla torre agonizzante, posso solo tremare nella mia casella e pregare di non imitarne la fine. La partita o meglio la battaglia è persa, solo un pazzo potrebbe credere il contrario. Il mio schieramento, già parecchio a mal partito per la perdita di una torre e di un alfiere, e con la torre superstite sul punto di essere catturata, è obbligato a muovere il re, messo sotto scacco nella prima traversa dalla cupa e sanguinaria regina avversaria. Il re bianco si avventura nella seconda traversa, entrando in un territorio minaccioso in cui pare alla mercé di qualunque pezzo nero.

Ormai l'unica soluzione è arrendersi e implorare la clemenza avversaria, il che è pura illusione a giudicare dalla sete di sangue della regina nera. Tuttavia uno dei due cavalli che mi spalleggiano al centro della scacchiera non si dà per vinto. "Ecco, tocca a te", mi dice solenne, "diventa anche tu immortale come questa partita".

Di certo non ho capito bene o forse il mio compagno di gioco ha perso il senno a causa dei massacri indiscriminati di cui è testimone. "Io diventare immortale? Sei impazzito? Ciò che posso fare è sacrificarmi per farti guadagnare una o al massimo due mosse."

"Dice sul serio", conferma il secondo cavallo bianco dimostrando che la follia si è diffusa a tutti i pezzi equini. "Su, spostati da quella casella. Possiamo ancora vincere questa partita."

"E io a che vi servo? Sono solo un pedone senza importanza. Non valgo niente, non sono niente."

"Sciocco, sei il pedone che vincerà questa partita e la renderà immortale. Forza, vai in e5."

Faccio appello al mio coraggio e muovo un passo in avanti.

Questa scena è ispirata a una partita reale ricordata a distanza di secoli, caratterizzata dal sacrificio di molti pezzi per giungere a una vittoria fulminante e inattesa. Chissà se qualcuno è in grado di individuare la partita a cui mi riferisco, qualche piccola indicazione l'ho data.

venerdì 18 aprile 2008

Imborghesimento da blog


- Scusa, ma non ti starai mica imborghesendo?

- Io? Ti ha dato di volta il cervello? Non mi posso comprare nemmeno un paio di occhiali decenti.

- Parlavo dell'imborghesimento da blog. Prima mi parevi più tagliente, più, come dire, incazzato.

- Sono incazzato pure adesso.

- Sì, ma avevi quella vena irriverente. Non avevi rispetto di niente, nemmeno di te stesso. Ti ricordi quando scrivevi della Trilogia Galattica o ti chiedevi se le mutande delle ragazze sono vere o no? Scrivevi un sacco di roba spiritosa sulle donne. E che diavolo di fine hanno fatto il tuo angelo custode e il tuo cul cool, perché sono spariti dal tuo blog? Ora ti sei ridotto a parlare di politica, che tristezza!

- Non posso più scrivere quella roba. Ora mi leggono in famiglia. E poi ho pubblicato pure un romanzo, devo darmi un tono. Senza scordare che se scrivo il terzo capitolo della Trilogia Galattica mi becco una gragnuola di mattarellate in testa da una certa persona che ben conosci. Avrai comunque notato che i miei rari post di politica cercano di evitare di ripetere a pappagallo le tesi dominanti sul blog.

- Sì, ma c'era pure quella roba come "La scuola dell'odio". Quel post aveva stile, mordente. E mi piacevi pure un sacco quando dicevi di volere tre-donne-tre in ginocchio da te o cercavi disperatamente non Susan, ma una giovane schiava.

- Non posso scrivere post che grondano odio, ci faccio una pessima figura e poi quell'articolo era obiettivamente un pizzico sopra le righe. Sulle tre-donne-tre e sulle giovani schiave già ti ho risposto.

- Parliamo allora dei Coccodrilli Bianchi. C'era un tempo in cui immaginavi di guidare un esercito di zombie rivoluzionari desiderosi di sgozzare gli avidi riccastri nel sonno o di ficcare nei loro culi le tette finte e la scorta di viagra acquistata su internet. C'era un tempo in cui sbeffeggiavi il consumistico e stanco uomo moderno confrontandolo con il disagiato ma libero uomo primitivo. Perché non scrivi un altro "Io ho"?

- I Coccodrilli Bianchi sono in attesa, possono sempre tornare e lo stesso dicasi dell'uomo primitivo. Nella Storia e sul blog tutto prima o poi ritorna, sai è per via di quella roba di Giambattista Vico, corsi e ricorsi. Guarda, l'unico articolo di cui sento la mancanza era quando riuscivo a conquistare l'amore in "Otto tavole a fumetti". Ti ricordi l'ultima frase di quel post?

- Sì, era "'Resto', c'è scritto nell'ultimo fumetto che esce dalla mia bocca." Vuoi dire che resteresti davvero nel mondo dei fumetti avendone l'occasione?

- E tu no? Ma mi accontenterò di restare sul blog, magari per scrivere il capitolo conclusivo della Trilogia Galattica.

- Bugiardo, sono sicuro che ti vergogni troppo di farlo.

- Non si può mai dire.

giovedì 17 aprile 2008

Gli Unti del Signore della Politica


C'è una cosa che mi fa imbestialire in tema di elezioni, anzi ce ne sono due. L'arroganza di certi Unti del Signore della Politica che credono di sapere tutto loro per privilegio di nascita e per di più pretendono di dire agli altri come votare. Questi tediosi e spocchiosi individui si arrogano inoltre il diritto di spiegare ai loro miserabili compatrioti quali sono i loro veri interessi, dato questi ultimi non li conoscono avendo votato così male (cioè avendo scelto nelle urne la parte politica avversa a quella degli Unti del Signore della Politica).

I personaggi di cui si parla si danno grandi arie da democratici. Si professano tolleranti, altruisti, progressisti, illuminati, buoni e giusti. Poi ti dicono: se non voti come me sei una cacca, un oscurantista, un ignorante, sei un mafioso e persino un pedofilo (se non tu, tuo fratello o almeno un tuo cugino di primo grado, e questo tacendo di tua sorella e di tua madre).

Conosco un tale che inveisce contro i suoi corregionali perché il candidato della sua parte politica ha preso MENO della metà dei voti del suo avversario, da lui inviso. La spiegazione di questa inaudita disfatta politica è stata la seguente: i votanti di quella regione sono ignoranti, codardi, criminali e meritevoli delle dieci piaghe d'Egitto a causa della loro insipienza elettorale. E' una vera fortuna che questo tale non disponga di poteri da profeta biblico, altrimenti i suoi conterranei, per avere votato in modo diverso dalle sue aspettative e quindi dal Bene Supremo, avrebbero dovuto subire catastrofi inenarrabili. Costui non è mai stato sfiorato dal sospetto che se il suo candidato non l'ha votato nemmeno il cane di Giuliano Ferrara (cioè l'unico essere vivente che vota il suo padrone alle elezioni) forse non doveva essere un granché come personaggio politico, forse si doveva mettere qualcun altro al suo posto, qualcuno con un maggior appeal e con idee più condivisibili.

Dire a qualcuno quale sarebbe la maniera giusta di votare mi sembra una scemenza arrogante. Mi sembra come voler decidere il quadro da appendere nel salotto altrui. Nel tuo salotto ci metti il quadro che è giusto per te, e solo tu sei capace di decidere quale sia, perché solo tu conosci i tuoi gusti, le tue esigenze, le tue emozioni o anche le tue possibilità di acquisto.

A questo proposito voglio raccontare il caso di una mia zia, una brava donna non troppo appariscente, tutta casa e chiesa, che votava Democrazia Cristiana. E tutti in famiglia a fare i dotti, medici e sapienti a buon mercato con lei. Tutti a romperle le scatole dicendole che era stupida, che votava contro i suoi interessi, che non sapeva che eresia faceva contro se stessa, che avrebbe dovuto votare ben altri partiti favorevoli alle classi popolari di cui lei era parte. Credo di aver rotto pure io i maroni a questa mia zia quando avevo vent'anni e mi sentivo di dare lezioni di vita a una che aveva il triplo della mia età. Tuttavia un giorno, non so come, mi venne da pensare che la mia bistrattata parente, a differenza di ciò che dicevano tutti, votasse benissimo. Anzi che votasse nel modo migliore per lei. Qual era il suo mondo, infatti? Quello della chiesa, della religione, della messa alla domenica, dei film antichi e degli antichi valori di una volta, del vestito buono della domenica, del matrimonio che dura una vita. Perché avrebbe dovuto votare per partiti che non rappresentavano niente di tutto ciò, ma che anzi spesso cercavano di uccidere ciò che a lei era più caro? Mia zia aveva un suo mondo, poteva piacere o no, ma era il suo universo. Credo di aver cominciato a crescere quando ho pensato che mia zia votava benissimo a differenza di ciò che dicevano gli altri. Votava per il suo mondo e per i suoi ideali, non per i mondi e gli ideali degli altri.

martedì 15 aprile 2008

I voti ai partiti


Ho deciso di dare i voti ai partiti giudicando i loro risultati elettorali. Le valutazioni seguenti non riguarderanno le idee e le proposte delle forze politiche, ma unicamente il grado di favore suscitato presso i votanti. Darò i voti basandomi, oltre che sul risultato finale, sulle aspettative preelettorali e sulla forza storica dei partiti presenti alle elezioni. Mi baserò sui risultati della Camera, che non sono molto diversi da quelli del Senato.

Coalizione di Berlusconi, voto 8 e mezzo. Ha ottenuto un'ampia maggioranza di seggi alla Camera, ma soprattutto al Senato, dove la legge elettorale rendeva più difficile l'impresa. Riprese molte regioni di Nord, Centro e Sud nelle scorse elezioni aggudicate alla sinistra. 46,81 %

Coalizione di Veltroni, voto 4 e mezzo. L'obiettivo di Veltroni non era di vincere le elezioni - traguardo giudicato da tutti impossibile a causa dell'impopolarità del governo Prodi e della scelta restrittiva o ardita delle alleanze del partito Democratico - ma di impedire a Berlusconi una chiara vittoria di seggi al Senato. L'obiettivo è fallito. Nove punti di distacco sono molti e dimostrano tra l'altro che i sondaggi supercriticati di Berlusconi erano giusti. Tuttavia Veltroni semplifica il panorama politico trasformando il Pd nel polo politico alternativo all'attuale maggioranza. 37,54 %

Il Popolo della Libertà, voto 7 e mezzo. E' il primo partito del Parlamento. Partito unico fatto alla velocità della luce, ma premiato dagli elettori. Tenuto a distanza il Pd. 37,4 %

La Lega Nord, voto 9. Ha raddoppiato i voti delle lezioni del 2006 e del 2001. Intercettato il voto di protesta, ma pure un vasto consenso alle iniziative amministrative dei sindaci leghisti, che evidentemente piacciono agli elettori pur se spesso criticate dagli organi di informazione. In vaste aree operaie ha doppiato i voti della Sinistra Arcobaleno. 8,3%

Autonomisti per il Sud, voto 6. Partitino dell'uno per cento alla Mastella. L'unico suo merito è di essersi fatto imbarcare sul convoglio vincente berlusconiano. 1,13 %

Partito Democratico, voto 6 e mezzo. Elezioni perse, ma è pur sempre diventato uno dei due epicentri politici. I voti del Pd superano comunque quelli di Margherita e Ds che ne erano i partiti costituenti. 33,17 %

Di Pietro Idv, voto 7. Raddoppiati i consensi rispetto alle ultime elezioni. 4,37 %

Udc, voto 6 meno meno. L'obiettivo di Casini era lo stesso di quello di Veltroni, far pareggiare Berlusconi al Senato o impedirgli di avere una maggioranza agevole sottraendogli voti, in modo da far valere la sua forza parlamentare. Berlusconi ha una fortissima maggioranza parlamentare e i voti sottratti da Casini sembrano appartenere all'area elettorale del Pd. Nelle elezioni delle catastrofi politiche, l'Udc comunque riesce a superare la soglia di sbarramento alla Camera. 5,62 %

Sinistra Arcobaleno, voto 1. Disastro della sinistra estrema, non sarà presente in parlamento. I partiti che componevano questa forza politica avevano totalizzato alle scorse elezioni il 10,2 per cento. Perso il 70% dei consensi. Solo se hai sbagliato completamente campagna elettorale, solo se dimostri di non avere la più pallida idea di quali siano le reali esigenze dell'elettorato puoi ottenere un risultato così scadente. 3,08 %

La Destra, voto 4. Prende i voti che chiunque avrebbe preso posizionandosi nell'estrema destra dello schieramento politico. 2,43 %

Partito Socialista, voto 2 e mezzo. Non si capisce perché si sia presentato alle elezioni un partito dello zero virgola qualcosa per cento. Meriterebbe un voto ancora più basso a causa del disdicevole spot elettorale in cui Jesus Christ Superstar votava socialista. 0,98 %

Il resto dei partiti ha risultati così scadenti da non poter essere preso in considerazione.

Fuori argomento. Voti agli istituti demoscopici

Exit Poll della Rai, voto 2. Mi chiedo quando elimineranno questa stupidaggine delle previsioni fatte con le interviste fuori dai seggi. Non ci hanno preso per niente, ma la cosa da farti scompisciare erano le cosiddette "forchette elettorali" che permettevano qualsiasi risultato: pioggia, sole o nuvoloso.

Previsioni dell'istituto demoscopico interpellato dalla Rai, voto 4 e mezzo. La prima proiezione sui risultati del Senato dava la coalizione del Pdl in vantaggio sul Pd di 3 punti, quando alla fine i punti saranno oltre nove. Sempre in quella prima proiezione dato in vantaggio il Pd rispetto al Pdl.

Previsioni dell'istituto demoscopico interpellato daMediaset, voto 8. La prima previsione del Senato dava Berlusconi in vantaggio di nove punti. Sarà stata fortuna, sara stato un caso, ma le previsioni di Mediaset ci hanno preso.

giovedì 10 aprile 2008

Genni sembrava felice


Genni sembrava felice mentre mi passava accanto abbracciato a una ragazza. Rideva e lo faceva pure la ragazza. Ero felice pure io nel guardarlo, ero davvero contento come se fossi al suo posto, stretto a una ragazza che ti piace, in una splendida giornata di sole, con la primavera profumata di vita che fa volare la tua fantasia. Non conosco abbastanza Genni da salutarlo, ed era la prima volta in assoluto che vedevo la sua compagna. Ma se si fosse girato verso me l'avrei salutato e avrei riso. Forse avrebbe riso pure lui, chiedendosi se è normale che uno che a stento conosci rida perché ti vede abbracciato a una ragazza in una giornata di sole.

Genni abita nel mio quartiere ed è un po' matto. Di solito porta una gran barba, ma non ce l'aveva l'altro giorno. Fa discorsi assurdi da mentecatto fissato con la Bibbia, tira fuori strampalate filosofie orientali che parlano di altre dimensioni. Insomma fa il pazzo metropolitano e non si sforza nemmeno di essere originale. Quando viene alla posta, salta la fila spacciandosi per handicappato e nessuno ha mai avuto niente da ridire perché di certo Genni non dà l'idea di essere una persona normale, qualunque cosa voglia significare questa parola. Si muove al confine tra lo scemo del villaggio e il pazzo millenaristico. Spesso l'ho sentito parlare da solo in strada. Di sicuro non l'avevo mai visto in compagnia di una ragazza anche se lo conosco da anni.

L'altro giorno ero insieme a mio nipote, il quale ha fatto volontariato in un centro di assistenza per ragazzi con problemi psicologici. Genni andava là, al centro. Ci andava pure la ragazza che era con lui. Mio nipote la conosceva, mi ha detto pure il nome, ma l'ho scordato. Mi ha detto che la ragazza era molto più picchiata in testa di Genni, parlava da sola pure lei, faceva un mucchio di cose balzane e oltretutto ogni tanto dava in escandescenze e poteva diventare, a differenza del suo pacifico accompagnatore, aggressiva e pericolosa. Però mentre camminava abbracciata a Genni la ragazza non faceva cose strane e non era per nulla aggressiva. Ho pensato che stavano bene insieme, quei due. Ho pensato pure che se avessi parlato con loro in quel momento forse non avrebbero detto o fatto cose tanto assurde, non avrebbero fatto i pazzi. Per una frazione di secondo devono essermi sembrati la coppia più bella del mondo. Mentre si allontanavano, credo di aver pensato qualcosa che poteva suonare come: voletevi bene, ragazzi, e affanculo questo mondo di merda.

Mio nipote mi ha chiesto: "Si può sapere che cavolo hai da essere così contento?"

"E che ne so?" ho risposto.

Genni ovviamente non è il vero nome del ragazzo che ho visto. "Jenny sembrava felice" era il primo verso di una canzone degli Alunni del Sole, in quel caso Jenny era una ragazza.

martedì 8 aprile 2008

I ricchi sposano i ricchi?


Mi stavo interrogando su una questione e mi sono accorto di non avere dati a sufficienza per emettere un giudizio scientificamente fondato. Avrei dovuto basarmi soprattutto su mie intuizioni, le quali, pure se spesso mi danno ragione, sono soggette alla precarietà di tutte le intuizioni.

Mi chiedevo: ma i ricchi si sposano con i ricchi? Cioè, se noi prendessimo un numero sufficientemente rappresentativo di gente ricca troveremmo che si sposano con persone di un reddito economico equivalente? E se sì, in quale misura? Quella misura potrebbe essere abbastanza consistente da farci concludere che il denaro chiama denaro? Il ricco vuole il ricco?

Sappiamo tutti che esistono casi di miliardari che sposano spiantati, ma non è questo il punto che ci interessa. Il punto è quali sono le percentuali di accoppiamenti matrimoniali tra gente abbiente. E se esse sono alte quanto basta per farci dichiarare che il ricco sposa il ricco e il disagiato (economicamente) va con il disagiato. Non so se esistano studi approfonditi e soprattutto aggiornati su tale questione; nel frattempo mi piacerebbe conoscere le opinioni dei lettori. Il denaro chiama denaro (nel talamo nuziale)? La situazione è sostanzialmente cambiata rispetto al passato, come vuole un certo buonismo del politicamente corretto oggi imperante, lo stesso buonismo che dice che oggi siamo belli, bravi, democratici, tolleranti, uguali e amanti della par condicio?

Si dice spesso che la società attuale è molto diversa da quella di un secolo fa, quando il ricco signore viveva nella stessa casa della sua servitù senza in pratica mai incontrare i suoi dipendenti. Si dice che la società attuale è molto più complicata, offre possibilità a tutti. Alcuni sostengono persino che le classi sociali non esistono più a causa dei frenetici movimenti sociali offerti dal mondo ormai approdato a internet. Il nostro sistema umano, così strombazzano ai quattro venti le sirene del moderno progressismo, è un magma continuamente mutevole di individui che si scambiano ruoli sociali, si accavallano, salgono e scengono nelle gerarchie professionali, economiche o di potere.

Ho sempre avuto qualche dubbio su questa affermazione. Mi sono guardato un po' intorno e ho visto che i figli di Berlusconi non sposano le precarie ospiti da Bruno Vespa. Ho riflettuto che anche nel passato i figli di Berlusconi non sposavano le precarie. Dunque la differenza dov'è?

venerdì 4 aprile 2008

Come è bella l'avventura


Immagina un mondo. Nuovo e sconcertante. Diverso da quello a cui sei abituato. Davanti a te pianure a perdita d'occhio si alternano a foreste popolate dagli alberi più esotici e strani. Attento a dove metti i piedi se non vuoi finire nelle sabbie mobili! E hai visto che animali strani ci sono in questo nuovo mondo? Bestie ombrose fornite di corazze e corni, pachidermi pelosi, scimmie enormi dalle fattezze umane e dall'umana malvagità capaci di stritolarti in un abbraccio mortale. Qui è tutto diverso, anche il colore del cielo ha tinte vermiglie inusitate dalle tue parti. Non ti distrarre. I fiumi sono infestati da alligatori enormi che non chiedono altro che fare un pasto ai tuoi danni. E non scordarti di quei mostri che ruggiscono nella notte. Però non puoi esitare. Devi assolutamente scoprire cosa c'è oltre l'orizzonte. In ogni modo non vuoi andare da nessun'altra parte perché qui sei felice. Questo nuovo mondo è pieno di pericoli, ma promette avventure ed emozioni a non finire. Qui è tutto diverso. Non ci sono uomini, almeno non ne vedi, ma sai che da qualche parte devono essercene. Vedi un albero e non appartiene a nessuno, forse è tuo, vedi una roccia e sai che non appartiene a nessuno, forse è tua pure quella, guadi un fiume e sei certo che quelle acque non hanno padroni. Niente di questo sconcertante mondo ha un padrone. Ti fermi un attimo su un tornante di un sentiero di montagna e osservi l'inviolato paesaggio sotto i tuoi occhi. In questo mondo nuovo, ti dici, forse è tua ogni cosa che vedi. O forse sei tu che appartieni a questo mondo. Sei in un universo in cui niente ti è precluso.

***

Sono sempre stato attirato dalle esplorazioni geografiche. Ci sono nomi e luoghi che hanno sollecitato la mia fantasia da che ricordo. Le Sorgenti del Nilo, il Passaggio a Nord-Ovest, i misteri dell'Amazzonia, la traversata dell'America dal Mississippi alle Montagne Rocciose.

Ricordo che una volta comprai un libro sulle esplorazioni. Era una selezione del Rider's Digest in formato enciclopedia con tante splendide illustrazioni. E con straordinarie cartine geografiche mostranti il percorso degli antichi esploratori. A ogni pagina trovavi nomi avvolti nel mito. Livingstone e Stanley, Magellano e Verrazzano, Baker, Boungaville, Cook, MacKenzie che scoprì il fiume canadese omonimo, Lewis e Clark, Hudson che morì di fame e freddo abbandonato dai suoi marinai nella baia che porta il suo nome. Il libro era corredato di immagini indimenticabili, paesaggi esotici, dipinti d'epoca che mostravano uomini ardimentosi pagaiare in canoe minacciate da rapide e scogli, da indigeni ostili, predatori voraci e da quasi ogni altro pericolo di questa terra. Ricordo che una di quelle figure rappresentava un accurato spaccato della Golden Hind, la nave con cui Francis Drake mise a ferro e fuoco i possedimenti spagnoli del nuovo mondo.

Il libro iniziava dai viaggi del cartaginese Annone lungo le cose africane occidentali e finiva alle esplorazioni nello spazio, ma ciò che mi attirava soprattutto erano i viaggi via terra nell'Africa Misteriosa alla ricerca delle sorgenti del Nilo o le ardimentose spedizioni nel selvaggio Nordamerica per raggiungere il Pacifico via terra. E poi c'erano gli straordinari vichinghi di Erik il Rosso, uomini d'acciaio che affrontavano in gusci di noce oceani tempestosi e freddi che secoli dopo avrebbero annientato mostri del mare come il Titanic; Mi contrariava parecchio il fatto che quegli eroi fossero giunti in America secoli prima di Colombo senza che nessuno avesse mai celebrato la loro impresa come meritava. Ricordo che lessi tutto il libro aspettando con trepidazione il punto in cui il giornalista-esploratore Stanley si sarebbe rivolto a un suo famoso collega avventuriero, nel cuore di un'Africa inesplorata e pericolosa, con le celebri parole. "Mister Livingstone, I suppose".

Ho ancora quel volume eccezionale e lo sto sfogliando mentre scrivo questo post. Sarà un caso, ma sorrido come tanti anni fa osservando il dipinto di un enorme elefante che barrisce minaccioso verso un battello a vapore sul fiume Zambesi. Un sorriso analogo mi strappa l'immagine di Lewis e Clark, inghiottiti da una tormenta di neve insieme all'indiano Scioscione che faceva loro da guida sulle Montagne Rocciose. La voglia di fermarsi e arrendersi è evidente, ma poco più su di quella montagna maledetta magari sarebbe apparso l'agognato spartiacque che li avrebbe condotti al Pacifico. Bisogna continuare.

martedì 1 aprile 2008

La pagella dei blog


Ho avuto una certa esperienza di blog. Nel senso che mi piace provare piattaforme diverse e sondare i servizi offerti dai vari gestori. Spesso mi limito a pubblicare un post per vedere come rende la grafica del blog, provo i box laterali, cambio la testata, insomma metto alla prova le possibilità del blog. Questa mia esperienza mi è stata utile per farmi un'idea, incompleta, ma credo interessante del mondo del diario virtuale on line. Ho deciso di dare una valutazione delle piattaforme che ho sondato. In questa mia disamina considererò solo le opportunità tecniche offerte dai vari blog e non ad esempio altri fattori come la presenza di community più o meno vaste (le community peraltro sono spesso in cima alle aspettative del blogger medio che si rivolge al virtuale soprattutto per interagire con altre persone e fare nuove conoscenze). Ho considerato che il miglior blog è quello che permette all'utente di personalizzare la sua casa virtuale senza avere conoscenze specifiche e tediose di complicatissimi linguaggi informatici. Ecco le mie personali e opinabili valutazioni:

Blogspot, voto 9. E' il miglior blog che mi sia capitato di sondare. E' semplice da usare, configurabile da chiunque, anche da chi crede che i codici html o css siano diavolerie utili per comunicare con l'aldilà. Blogspot ti offre una finestra in cui puoi configurare tutto, ma tutto, senza difficoltà, la testata, colore e carattere del titolo del post, dei box, colore di sfondo, linee di demarcazione, dicesi tutto. Vedi l'anteprima grafica dei cambiamenti che hai apportato e se sei convinto salvi tutto. C'è pure per i più esperti la solita pagina html, ma con la funzione di anteprima, cioè puoi vedere che diavolo combini prima ancora di salvare. E' un blog completo. Ha la funzione di esportare i contenuti, elevate opzioni antispam e antirompiscatole, una finestra per scrivere i post semplice ed efficacissima, molto ben integrata anche con browser alternativi come Firefox. C'è perfino la funzione di reindirizzamento (clicchi l'indirizzo di blogspot e ti si apre un blog di Tiscali o di dove vuoi). Per modificare un post, puoi cliccare su un'icona senza fare il giro delle sette chiese virtuali (funzione che trovo utilissima). Pagine riunite in Etichette, ad esempio premi sull'etichetta Politica ed apri in una sola pagina tutti i post su questo argomento. Dato che blogspot è una creatura del gigante Google non meraviglia che sia così efficace.

Wordpress, voto 8. La piattaforma open source ha il più alto numero di funzioni che mi sia capitato di vedere in un blog. Ci potresti passare giorni solo a cercare di capire quante opportunità di personalizzazione ti offre (alcune a dire la verità non sembrano indispensabili per l'utente medio). Ha la migliore funzione di moderazione di commenti in cui mi sia imbattuto, stupenda. Molte e piacevoli skin, 3 giga di spazio a disposizione e un mucchio di altra roba. Purtroppo non ha la formidabile finestra di configurazione di Blogspot per non esperti (non ce l'ha nessuna piattaforma, quella). E ho notato un bug che non ti permette di impostare dimensione e tipo di carattere nei post (puoi farlo solo se conosci gli odiosi linguaggi specialistici).

Myblog, voto 7 e mezzo. Provai la piattaforma di Virgilio qualche settimana fa, non troppo a fondo a dire il vero. Ha davvero una grande possibilità di configurazione e personalizzazione. Mi fece un'ottima impressione. Molte funzioni utili. Insomma, non avevi l'impressione di avere a che fare con gestori di servizi avari nel concederti opzioni tecniche. Mi dava solo fastidio qualche elemento troppo appariscente e vistoso nelle skin di base.

Splinder, voto 6 e mezzo. So che a molti questo può sembrare un voto basso e forse lo è troppo. Splinder ha forse la più vasta e briosa community del virtuale nostrano, però ho già detto che non considero questo elemento nella mia valutazione. Non mi piace l'aspetto grafico di questa piattaforma, non so perché, l'ho sempre trovato troppo freddo, anche se in rete si trovano centinaia di template freeware. Fino a poco tempo fa per mettere un'immagine nel tuo post dovevi mandare un sms a un certo numero, cosa che mi era sempre parsa un balzello medievale. Mi pare che il modello base offra poco spazio a disposizione (erano 100 mega ora non so). Inoltre mi ha sempre dato fastidio che esistano delle versioni a pagamento di Splinder con più funzioni (è come se per avere un servizio davvero efficace tu dovessi mettere mano al portafogli). Spesso ci sono insopportabili rallentamenti nei collegamenti a causa di manutenzioni della piattaforma. Troppo fredda per i miei gusti.

Tiscali, 6 +. Noto che negli ultimi tempi c'è una certa buona volontà di rendere il servizio più competitivo, ma i ritardi sono ancora molti. Skin di base non belle almeno dal mio punto di vista e scarsa capacità di personalizzazione dell'aspetto a meno di non essere un superesperto o rivolgerti a terze persone, come il Giomba (che pare tu debba linkare per sdebitarti del servizio) o dell'ottima Celia Sanchez (la quale si accontenta pure di un sorriso). Spesso la navigazione nell'area personale è lenta o lentissima. Le funzioni potrebbero essere di più. Bene il modo in cui vengono resi graficamente i commenti, male malissimo la farraginosità con cui devi autenticarti prima di metterli. Ci sono diversi bug come apostrofi e virgolette resi male nei commenti importati da word oppure come post messi come bozza e trovati on line. Molte cose non funzionano alla perfezione, però le varie home page settoriali sono utili e probabilmente servono a creare una certa vicinanza tra gli utenti. Da migliorare.

Libero, 6. Non mi piace questa piattaforma, anche se ha molti utenti e grandi potenzialità. Non gradisco la grafica dei blog, la trovo fredda. Probabilmente il mio giudizio è solo frutto di una mia impressione personale.