lunedì 22 settembre 2008

Quando muore un amico

- Ciao, Franchetie'.

- Ciao, sei proprio tu? Mi hanno detto che sei morto pochi giorni fa.

- E' vero.

- Sai, volevo cominciare con le parole di Guccini "Lunga e diritta correva la strada, l'auto veloce correva".

- Hai fatto bene a trattenerti. Tu non sei Guccini e io non sono morto sull'autostrada. In tutti i casi c'è già fin troppo retorica in giro, cerchiamo di tenercene fuori almeno noi.

- E come sei morto?

- Lo sai come. Alcuni giorni fa ho fatto una cazzata, ma ora è acqua passata, è meglio pensare ad altro.

- Mi sento stranissimo a parlare qui con te. Mi pare quasi di essere in una scena di Un lupo mannaro americano a Londra.

- Bellissimo il finale in cui il mostro muore e parte "Blue moon" dei Marcels seguita dai titoli di coda. Quello sì che era cinema.

- Mi riferivo alla scena in cui il protagonista parla con l'amico morto, divorato dall'uomo lupo, in quel cinema a luci rosse in cui si è rifugiato per sfuggire alla luna piena.

- Gran bel film, sì. E che ti ricorderai di me? Cosa ti resterà del tuo vecchio amico?

- Scusami, ma tu per me resterai sempre il ragazzo vivace che eri alle medie e alle superiori. Dopo il liceo sei cambiato. A un tratto non eri più tu. Facevi discorsi sconclusionati e, scusami se te lo dico, a volte sembravi un po' intronato.

- Sì, ho fatto molte cazzate nella mia vita. La droga è stata una di queste.

- Ricordo l'ultima volta che ti ho incontrato alle poste. Parlasti molto, ma devo confessare che non capii quasi niente delle tue farneticazioni di filosofia orientale e cosmologia animistica.

- A dire la verità non ci capivo nulla pure io.

- Ti parlai del romanzo che ho pubblicato e tu dicesti che lo avresti comprato.

- Infatti l'ho comprato e letto: perché credi che mi sia ammazzato? Scusa, questa era solo una battuta. Non ho letto niente di tuo, ero troppo confuso nell'ultimo periodo. Franchetie', ci siamo fatti delle belle partite di pallone assieme, vero, ai bei tempi?

- Le migliori. A quel tempo eravamo i padroni del mondo. Avevamo un fisico di ferro. Ti ricordi quando si andava a chiamare i ragazzi a casa loro dopo l'orario di scuola? Era una faticaccia convincerli a giocare la partita e a sganciare i soldi per affittare il campo.

- Il più tosto era Falcone. Te lo ricordi Falcone? Gran bel difensore, ma non era mai libero perché il padre lo faceva lavorare tutto il giorno nei campi. Una volta lo aiutammo pure io e 'O Russo, mica avrai scordato 'O Russo? Gli tagliammo col falcetto un sacco di quella schifosa erbaccia perché avesse il pomeriggio libero per giocare a pallone.

- Già, ci siamo fatti delle gran belle partite di pallone. Ma belle. Però io non ti ricorderò per quelle, ma per gli scacchi.

- Questa mi prende alla sprovvista, dimmi un po'.

- Eravamo alle medie e c'era la sfida di scacchi del secolo. Bobby Fischer contro Boris Spassky.

- Me lo ricordo, a quell'epoca venivi quasi ogni giorno a casa mia. Si fingeva di studiare, si giocava qualche partitella a scacchi e si sentivano le notizie della sfida del secolo e…

- … e io ero un gran coglione perché facevo il tifo per quell'uccellaccio del malaugurio di Spassky. E' incredibile. Ho visto all'opera forse il più grande talento scacchistico di tutti i tempi e facevo il tifo per una specie di inquisitore sovietico senza un briciolo di fantasia. Tu invece tenevi per Fischer, me lo ricordo bene. E ricordo pure come mi sfottevi quando il Genio faceva a pezzi Spassky.

- Già, ho tutto in mente. Ma ora devo andare.

- Aspetta, rimani ancora un poco a rivangare i vecchi tempi.

- A che pro? Finiremmo a compagni di scuola, compagni di niente, e arriveremmo a illuderci che siamo stati molto più intelligenti ed interessanti della realtà.

- E ora dove vai?

- Boh. Addio, Franchetie', ci si rivede da qualche parte, prima o poi.

- Statte bbuono, guagliò. E nun fa cchiù cazzate m'arraccumanno.

18 commenti:

  1. Che delicatezza!
    un abbraccio.
    Alf**

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  2. Quando mi raccontasti l'incontro con questo ragazzo e la vostra conversazione, ricordo che pensai delle cose. Alla luce di oggi mi rendo conto che i miei pensieri non erano poi così assurdi. Mi spiace. Mi spiace perchè penso che a tutto si possa trovare una soluzione, ma al contrario, so che a volte capita che si pensi troppo, che i nostri pensieri si ingarbugliano senza ritorno, che si pensi spesso da soli o comunque soli ci si senta anche se così non è.Mah..

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  3. Francesco ho letto questo post e dopo quasi un secolo ti ricommento.
    In realtà sono forse sparita per un pò. Avevo poco tempo e tante cose da fare.
    Anche adesso ho tante cose da fare e vedrò di farmi vedere un pò più spesso.
    Insomma il post è bello, se Cleide qui accanto mi dice che questo colloquio è avvenuto davvero probabilmente si tratta di un colloquio tra vecchi amici e...non capisco perchè avrebbe dovuto pensarti morto.
    Volevo segnalarti che troverai un commento ad un tuo vecchio post che si intitola: scrvere un romanzo.
    E' bello leggerti come sempre, grazie alla grande qualità.
    Arial violette.blog.tiscali.it

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  4. No no Arial.:) Francesco mi raccontò l'incontro e il colloquio con questo ragazzo che ora ha deciso di non esserci più. Il post è un colloquio immaginario tra i due.Il capitano è vivo e vegeto ( pure troppo) ed io pure.:)

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  5. Forse c'è bisogno di una mia piccola spiegazione. Stamattina ho saputo della morte di un mio vecchio amico e ho scritto questo post in cui immagino di avere un dialogo con lui. Sono certo che questo post non gli dispiacerebbe.

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  6. Tra amici non si è mai retorici, è giusto che anche adesso, nel tuo post, tu non lo sia stato.
    Ciao Capitano :*

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  7. Quando amici sono lontani, in posti sconociuti quindi lontani anche se vicini,capita di pensare a quanto si vorrebbe dire, e sciogliere nei ricordi quel pizzico di rammarico per non averlo fatto prima. Anni fa ho cercato,invano e chiedendo ai portoni, dove mi dissero si fosse trasferito, un amico. Studiai con lui, di notte vicino passavano i treni, per recuperare in tempo l'esame di maturità. Appena diplomati firmò per me una cambiale. Pazzesco,senza garanzia alcuna. Non l'ho mai ringraziato.Ho copiato, un po', dal tuo post - mentre tocco ferro - almeno questo;ed era ora che lo facessi.Niente retorica, invece, per altri amici...lasciati lungo la via. Ciao, Capitano, da Giovanni, mentre comprendo il tuo saluto all'amico passato.

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  8. Hai ragione Capitano questo post al tuo amico non gli dispiacerebbe. Anzi.
    Mi ha fatto ricordare delle cose, cose non fatte, che avrei potuto fare. Ho forse rimediato anche io con un post ma nel mio caso erano azioni e non parole che dovevo comporre. Ma azioni non ne ho fatto. Beh sto per diventare malinconica e triste anche se so che non ho poi sbagliato di molto, che spesso non si deve fare nulla se non accettare le decisioni degli altri anche se queste ci fanno male o sono fatte consapevolmente per ferirci. Sono andata fuori tema perdonami. Mi sa che questo commento lo capirò solo io :)
    Ciao Cap.

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  9. strano che in una simile occasione non si sia parlato di donne. ciao capitano.

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  10. bel ricordo. mi sono sentita compresa leggendo le tue parole perchè anche io ho avuto un'esperienza simile. ciao!

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  11. Bello e malinconico. Ti capisco perfettamente. L'anno scorso, come ho annotato nel blog, sono tornato a Reggio Calabria dove ho fatto il liceo, per rivedere due dei miei vecchi amici più cari. Il terzo sta a Roma e lo vedo più spesso. Sono felice di aver voluto fare quel viaggio altrimenti non me ne sarei dato pace. Uno di quegli amici infatti, che l'anno scorso stava benino anche se con qualche problema al fegato, quest'anno se n'è andato per sempre. Mi è di grande conforto il fatto di averlo potuto riabbracciare.
    Ciao Cap.

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  12. Sempre delicate le tue parole, capitano. Son tornata, per pur breve tempo che sia, per ritrovare nelle tue parole un po' di quella saggezza che mi manca, certe volte.

    Ho mille pensieri che ho scritto su un taccuino di carta, presto le trascriverò su quello virtuale.

    Presto di ritorno.
    un abbraccio

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  13. mi piace e nello stesso tempo mi impressiona..Io non ho un buon rapporto con la morte...
    Dovrò incominciare a lavorarci su,prima o poi...

    C.

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  14. Il modo di ricordare questo tuo amico, ora comprendo, non è retorico.
    E' come lui vorrebbe.
    E di sicuro, da lì dove è sta scendendo vicino vicino vicino vicino per ricordare con te tutte le partite, al calcio, a scacchi e i ...bei momenti. E sorriderà di certo che invece di piangere, vorrà vederti sorridere.
    Un bacio.
    Arial

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  15. Che bello questo post, anche se malinconico, c'è quell'amara ironia che rende al meglio il tuo stato d'animo.

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  16. Sono sicuro che gli sarebbe piaciuto molto leggerlo.

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  17. E' veramente un post particolare.
    Mi sono venuti i brividi, non so perché.

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