giovedì 29 gennaio 2009

I filosofi a buon mercato


Mi dà fastidio ricevere consigli esistenziali non richiesti. Mi dà fastidio soprattutto se i consigli esistenziali non richiesti sono emerite stronzate spacciate per riflessioni di menti eccelse che per pura fortuna si degnano di dispensare la loro saggezza a noi comuni mortali.

Andiamo per ordine. Non di rado ricevo per posta elettronica le solite catene di Sant'Antonio. Alcune di queste catene di sant'Antonio elargiscono consigli di buon vivere, con l'avvertenza di leggere con attenzione e di applicare quelle preziose massime conquistando finalmente la felicità (si dà per certo, in quelle mail, che noi viviamo male: e questa è l'unica valutazione intelligente contenuta in quei messaggi). Un po' di tempo fa era di moda spedire per mail "L'ode alla vita" attribuita erroneamente a Pablo Neruda. E' quella che fa "Muore lentamente chi"… (grossomodo chi non gozzoviglia, non tromba a trecentosessanta gradi, non viaggia, non parla, dorme da schifo, non va di corpo facendo Aaaahhhhh come Robin Williams e non rutta di cuore a tavola).

martedì 27 gennaio 2009

Buscaglione rock


Crash fa il mio mio cuore, mentre lei ancheggia in strada ticchete tacchete sui trampoli. Fiuuuu, faccio io, che ci fa sola soletta questa bambolina?
Mumble mumble, osservo le sue curve con sguardo da intenditore e mi appropinquo per farle l'occhiolino.
Tsk tsk, la bambola incede sul marciapiede schizzinosa, tuppete tuppete, mi metto in coda a quella fuoriserie.
Gulp, mi sale il cuore quando la fata si china per stirarsi una calza. Gasp, che ci fanno quei melon sul suo deretan? E' tutto vero, quel panier?
Bleah, fa la bambolin, guarda pure stupidin, non è roba per i tuoi dentin.
Le dico, wow, signorina, le posso dare un bel bacin?
Bleah, per chi mi hai presa, replica la bambolin.
E' tutta timidezza, la sua, è chiaro. Mi faccio sotto e le stampo un paio di smack smack sul bel faccin.
Ssciaf, le parte un ruvido ceffon mentre la boccuccia le fa sgrunt.

sabato 24 gennaio 2009

La Victoria Cross per chi schiaffeggia i turisti stronzi



Propongo l'immediato conferimento della Victoria Cross, la massima onorificenza militare britannica, per la guardia reale inglese che ha schiaffeggiato un turista stronzo davanti a Buckingham Palace. I fatti sono noti: lo sventurato milite d'Oltremanica cercava di guadagnarsi la pagnotta facendo la ronda presso la storica residenza londinese; in quella un turista colombiano, Nicolas Ibarra, ha pensato di ridicolizzarlo facendogli il verso mentre la ragazza, probabilmente provvista di un quoziente intellettuale di pari grandezza, lo riprendeva col telefonino. Il turista deficiente riteneva di non rischiare nulla facendo il coraggioso, essendo noto il self control delle guardie reali inglesi, ma ha fatto male i conti

mercoledì 21 gennaio 2009

Cazzate cazzate cazzate (intervista a un normale scrittore italiano)


Il normale scrittore italiano che pubblicizza il suo romanzo: - Il mio romanzo, che uscirà in libreria a breve, scava nell’humus sociale fustigando le contraddizioni intellettuali dell’uomo moderno. La mia storia analizza il sostrato veterocapitalistico, starei per dire le scorie culturali degli habitat occulti totalizzanti, ergendosi a baluardo contro la deframmentazione delle coscienze.

L’intervistatore come dovrebbe essere: - Cazzate cazzate cazzate.

Il normale scrittore italiano che pubblicizza il suo romanzo: - E’ una storia che reputo scatenante sia a livello intellettuale che sociale. Ho cercato di raccogliere il grido di dolore proveniente dalle elites culturali che vedono standardizzato e starei per dire depauperizzato ogni anelito libertario della società civile.

L’intervistatore come dovrebbe essere: - Cazzate cazzate cazzate.

- Il mio libro è solo il primo tassello di un’idea in progress, e si propone una esaustiva ed ellittica disamina di certi modelli comportamentali che inquinano e opprimono la normale e libera dialettica democratica, coercizzando i flussi mediatici e coonestando lo status quo.

- Cazzate cazzate cazzate.

domenica 18 gennaio 2009

La canzone intelligente e le notizie sceme


Kate Moss ha organizzato un superparty di quattro giorni per festeggiare i suoi trentacinque anni (alcuni dicono per festeggiare la sua tremilacinquecentesima dose di cocaina o il suo trentacinquesimo finto ricovero in una clinica di disintossicazione): sarà servito champagne Cristal da 660 euro a bottiglia. Alcuni cartelli nella magione della top model inglese avvertono che al suo party si può sniffare liberamente, ma non fregarsi le bottiglie di champagne e rivendersele a Battipaglia o a Marano di Napoli.

Questa è la canzone intelligente,
che farà cantar tutta la gente
questa è la canzone intelligente…

giovedì 15 gennaio 2009

Apologia del lieto fine

Inizia il film. Lui è un musicista da strada irlandese, a metà tra Umberto Tozzi da giovane e Jon Voight in Un uomo da marciapiede. Fa musica da cantautore di vena melodica, ispirata dalla ragazza che lo ha lasciato e da cui è ancora preso. Lei è un’immigrata della repubblica Ceca che suona il piano con un’impostazione classica, padre suicida, vende fiori per strada come nei film di Chaplin. Una sera lo sente cantare e gli dice che è bravo allungandogli ben dieci centesimi nella custodia di chitarra che fa da portaofferte. Gli chiede della donna ispiratrice delle canzoni, lui risponde di malavoglia e io a dire: mi raccomando, non fare lo stronzo, non fartela scappare, dove la trovi un’altra ragazza come questa? E’ simpatica, gentile e sa pure suonare il piano, lo sappiamo tutti che tra poco finirete a suonare insieme, tu a schitarrare come il l pazzo che sei e lei che ti fa il controcanto e splendidi arrangiamenti alla Mendelsshon, ti prego, non fare cazzate, cantautore da strada, prendi questa ragazza e scappa via.

venerdì 9 gennaio 2009

Un milione


Un milione di baci, un milione di schiaffi, un milione di prese in giro al ragazzo più indifeso della scuola, un milione di bombe intelligenti che massacrano a casaccio molto più di un milione di disgraziati, un milione di sorrisi di bambini che salvano il mondo, un milione di disperati che pensano al suicidio scartando il volo dal ponte perché troppo banale, un milione di altruisti e di mense per i poveri gestiti da rapaci patronesse vittoriane, un milione di "noi siamo il futuro che avanza", un milione di figli di Gianni Morandi che dicono "Me lo prendi, papà?" e un milione di Gianni Morandi che rispondono sì, un milione di gatti quarantaquattro alla volta in fila per sei col resto di due, un milione di "Come hai potuto tradirmi con quella strega?" e un milione di "Io quella non la conosco nemmeno, lo giuro sulla tomba di mia madre", un milione di sogni di diventare astronauta o calciatore, un milione di bambole Furga o Mattel che non si lamentano se gli strappi i capelli o gli stacchi una gamba, un milione di zoppi incazzati che non sono geniali come il dottor House, un milione di "Tutto quello che ho me lo sono guadagnato con il duro lavoro" e un milione di "Tutto quello che hai te lo sei procurato imbrogliando, mentendo, corrompendo, rapinando, ma verrà il giorno in cui te la faremo pagare cara",

mercoledì 7 gennaio 2009

Comme si bello oi verbo napulitano


Stanotte faticavo a prendere sonno e per qualche strana ragione il pensiero mi si è concentrato sul dialetto, cioè sulla lingua napoletana. Declinando alcuni verbi in napoletano, mi sono accorto che non è un'impresa facile nemmeno per un indigeno partenopeo come me. La mia attenzione si è fermata su un paio di verbi, avere/dare e andare, che hanno a mio modo di vedere delle forme espressive quasi poetiche, e sulla strana somiglianza tra il passato remoto del verbo essere e il presente di fuggire.
Cominciamo dall'ultimo caso. In napoletano il passato remoto del verbo essere fa così (tra parentesi metto la pronuncia, più intuitiva che professionale, perché il napoletano scritto come si è venuto affermando spesso è molto diverso dal parlato: I' fuie (i' fuj) io fui, tu fuste (tu fust), isso fuje (iss fuj), nuie fujemo (nuj fujm), vuie fustene (vuj fustn), lore fuiene (lor fujn).
Ecco il presente del verbo fuggire, in grassetto le voci uguali al passato remoto di essere testé citato: sarà il contesto della frase a chiarire il significato: I' fuie (i' fuj) io fuggo, tu fuie (tu fuj), isso fuje (iss fuj), nuie fuimme (nuj fuimm), vuie fuite (vuj fuit), lore fuiene (lor fujn).