mercoledì 2 settembre 2009

La rivoluzione degli uomini soli - Prima parte

Prima di tutto non sei un rivoluzionario. Non sei uno di quelli che critica tutto e che ha perso i conti dei grilli che ha in testa. La società non ti pare poi tanto male, tranne per la ridottissima sezione che riguarda te. Vorresti avere un po' di più di ciò che hai. Non molto. Un lavoro che ti piace fare, discretamente retribuito, un buon "posto" di quelli desiderati pure dagli altri. Insomma vuoi un po' più di soldi e considerazione sociale. Vuoi la vita un pizzico più liscia e facile. Oltretutto ritieni che non ruberesti niente, ottenendo la posizione sociale a cui ambisci. Sei capace, intelligente, un buon lavoratore, sai fare le cose, le sai fare: mica sei come quel branco di incapaci raccomandati che attualmente si sono impossessati del posto di lavoro che vuoi per te e che non lo molleranno mai. Gli incapaci raccomandati sono tanti, ti rendi conto, ma tanti, milioni. Milioni milioni milioni. Sono più numerosi delle sardine nei mari pescosi al largo del Perù. In realtà a un certo punto della tua vita capisci che malgrado i proclami buonisti e la filosofia nutellesca propalati da giornali e televisione– gli stessi giornali e televisione che talvolta giocano al gioco del progressista che ti fotte - il mondo funziona in modo semplice. Se hai qualcuno che ti raccomanda e garantisce per te o che ti introduce in qualche luogo, le cose filano lisce. In tutti gli altri casi sono difficili o impossibili. Vivi nella società della mafia. Una mafia soft che ricorre alla lupara solo in soluzioni estreme, ma pur sempre di mafia si tratta.

Ascolta Adriano Sofri: "Il figlio del presidente degli Stati Uniti fa il presidente degli Stati Uniti, il figlio del portuale di Genova morto sul lavoro fa il portuale di Genova morto sul lavoro".

Non ti sembra una situazione poi tanto cattiva. Se per avere qualcosa, una posizione, un posto di lavoro discreto, ci vuole la raccomandazione, la conoscenza, la spintarella, be', che problema c'è? Farai come gli altri e ti procurerai la raccomandazione, la conoscenza, la spintarella. Lo abbiamo già detto, non sei contro la società, non odii nessuno e non ti indigni per niente. Se c'è da sporcarsi le mani, farai come gli altri, te le sporcherai e avrai ciò che vuoi. Errore. Non avrai niente. Anche se sei capace. Anche se sei intelligente. Anche se ti ritieni migliore dei raccomandati. Perché le tue conoscenze e le tue spintarelle sono nettamente insufficienti. La migliore raccomandazione su cui puoi contare è quella di un tuo zio mezzo rimbecillito che faceva il bidello in una scuola cosiddetta di frontiera. Mi dispiace per te, porta chiusa, sprangata. Non hai vinto, ritenta e chiama ancora il numero in sovrimpressione.

Allora, a che punto siamo? Siamo sempre incatenati lì, vuoi sempre ottenere per te quel buon impiego che sai di meritare. Eppure la mafia mondiale, altrimenti detta società, te lo impedisce. Oppure sei danneggiato semplicemente dal fatto di far parte di una cosca di nessuna importanza. I padrini di questa tua cosca di disgraziati sono i pezzenti di tutti i mafiosi sociali, non sono capaci di intimidire o di blandire nessuno. Di conseguenza tieniti la tua disoccupazione o il tuo lavoro sottopagato e precario e guarda e invidia gli stronzoni sponsorizzati dalle cosche vincenti della società. Eccoli lì che ridono, fottono, si indignano contro le ingiustizie, impestano il mondo con le loro stronzate da perbenismo salottiero: tu puoi solo guardare e masticare amaro.

Aspetta, però. Ci sarebbe un modo per ottenere ciò che vuoi e a cui pensi di avere diritto. E' un metodo un po' complicato, comunque. Sì, parecchio complicato. Per ottenere il piccolo lavoro che vuoi, bellino come la mitica casetta in Canadà, con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà, e per sottrarlo al raccomandato dalla cosca buona e vincente dovresti… ehm, distruggere la società. Hai capito bene, per ottenere la piccola posizione a cui miri devi smantellare ogni costruzione sociale, terremotare il mondo in cui vivi, annientare le impalcature della vita organizzata. Lo so che è una cosa assurda. E' come dover annientare una montagna solo perché dall'altra parte c'è un panino con la mortadella che vorresti mangiare. E' come svuotare un mare intero per recuperare un luccicante tappo di bottiglia rimasto sul fondo. E' stupido, lo so. Ma non c'è altra via. Devi radere al suolo la montagna e svuotare il mare, se vuoi avere ciò che vuoi. Devi distruggere la società. Devi fare la rivoluzione.
Be' sei pure disposto a farlo, ma sconfiggere una montagna o un mare sembrano imprese al di là delle tue possibilità. Un momento, chi ha detto che lo devi fare da solo? Puoi avere dei soci. Anzi devi averne. E devono essere tantissimi. Più saranno e più avrai la possibilità di fare quella cosa che non vorresti ma devi fare: la rivoluzione. Lo so a cosa stai pensando. Nessuno riuscirà mai ad annientare montagne e mari. Figuriamoci se può farlo un esercito scalcagnato di sconfitti e incapaci interessato solo al proprio meschino tornaconto, che probabilmente odia molti suoi compagni di lotta più della società che si dovrebbe rivoluzionare. Andiamo per gradi, tu non ti consideri un incapace anche se non hai avuto successo, vero? Forse anche per gli altri è la stessa cosa. Forse pure loro sono gente in gamba quanto basta. Però sulla psicologia da esercito Brancaleone probabilmente hai ragione. Ognuno dei tuoi possibili compagni di lotta ha un suo personale fine da raggiungere, come ce l'hai tu. Ognuno ha a cuore quel piccolo fine e se ne frega di quello degli altri. Siete tutti degli uomini soli, interessati solo a voi stessi. Questo non va bene perché impedisce di coordinare e ottimizzare gli sforzi. Ci vuole qualcosa che tenga unito il vostro rivoluzionario esercito di uomini soli. Qui ci vuole un'idea buona per tutti. O per meglio dire ci vuole un'ideologia. Un'ideologia che faccia sentire rappresentate le esigenze soggettive e spesso egoistiche di tutti. Quell'idea cioè quella ideologia vi farà sentire meno soli e vi darà una possibilità di successo.

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22 commenti:

  1. uhm...aspetto il seguito.E ci rifletterò molto su.
    Tempo fa era uscito un articolo sul 'Corriere', di Aldo Cazzullo(classe '66), nel quale analizzava il suo sentirsi parte della generazione dei nati negli anni sessanta:non per colpa loro, ma , adifferenza dei fratelli maggiori, irrimediabilmente individualisti(e Cazzullo non ne faceva una questione di merito edemerito, era una constatazione).
    Io su di me, quella cosa l'ho sempre sentita:l'individualismo,l'eccessivo realismo...tante cose.
    Interessante,a spetto il seguito.

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  2. anche io resto in attesa, dicendo però già adesso, e mi pare di avertelo già fatto presente, che sei uno scrittore formidabile. Ma forse a chi ha già un libro all'attivo, non fa molto effetto... :o)

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  3. Vogliamo fare la Rivoluzione? E facciamo la Rivoluzione, ma la storia insegna che la rivoluzione parte da un idea comune che poi si sgretola perché la competizione è nell’istinto dell’uomo. Aristotele sosteneva che l’uomo non è un animale politico, al contrario di alcune specie animali, come le api e le formiche il cui bene privato corrisponde con il bene comune, non avendo l’uso della parola ed essendo guidate dal loro desiderio, ragion per cui il loro accordo è naturale. Nell’uomo ciò non avviene. L’uomo si aggrega per un ideale comune, ma persegue il proprio tornaconto personale. E’ l’individualismo, in genere, che muove gli uomini, che ci piaccia o no, ma senza dimenticare le eccezioni che ci sono state e si spera ci saranno ancora.))

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  4. Quella frase di Adriano Sofri mi ricorda un tuo post di tempo fa e lunghe discussioni in merito.
    E a leggere questo tuo bel post mi sembrava davvero di vedere quella sfilza di minchioni super raccomandati che ogni santa volta mi superano in curva. E non solo. Io attendo il rettilineo so che posso giocare bene, sono bravissima a guidare, ho una macchina potente ma pure sul rettilineo mi superano come niente questo perchè nella mia macchina guido io e sono sola loro invece prendono strade e si dirigono dove devono grazie a quello che al loro fianco sta li seduto e da loro le dritte. Ora accelera che li c'è il politico, scala di marcia che c'è l'assessore, metti la quinta che c'è il tizio amico di mio cugino che lavora all'universita', non passare di li prendi altra strada perchè li ti fottono come niente. A me ste cose chi me le dice ? Nessuno. E meno male. Dormo bene.Incazzata ma dormo bene.
    Quindi direi che io sarei una buona compagna per la tua rivoluzione. Non cerco il mio posto in casetta in Canada semmai lo cerco per tutti quel posto nessuno esluso, anzi esclusi i minchioni di cui sopra.
    Non so se la mancanza di lavoro e il mio precariato alla fine mi portino a vivere anche di un po' di presunzione ma io vedo molte persone che non sono capaci di respirare figuriamoci di sedere su una sedia in un posto di lavoro. Poi c'è l'eccezione certo e io non lo nego, anzi sono ben felice di vedere persone capaci che meritano quel che hanno.
    Però se vado in un ufficio e c'è in fila un americano che desidera compilare una pratica per un permesso di studio e parla a stento l'italiano con una impiegata che parla male pure la sua lingua figuriamoci l'inglese io mi incazzo. Perchè per passare i miei concorsi io devo sapere almeno due lingue straniere. Parlato e scritto. E tutti i controcazzi di tutti i diritti possibili, informatica, contabilita', e via discorrendo. Se io devo farmi un mazzo tanto per avere un posto di lavoro prentendo che chi lo ha già faccia corsi di aggiornamento e si adegui al sistema altrimenti prego si sposti che c'è gente più preparata.
    Ma questi signori qua impiegati mezze seghe che a stento dicono hallo o good morning sono degli anni sessanta i fantastici anni sessanta quelli in cui tutto si poteva avere persino un posto di lavoro o un concorso passato a suon di calci in culo di qualche sindacalista o politico. Loro si che sono fortunati.
    Quindi, colpa nostra che non siamo degli anni sessanta.
    Sono incazzata e si legge ma su questo argomento mi vien prurito. Concludo dicendo che anni 60 o no, le persone preparate buon dio esistono eccome. Io vado un po' oltre forse perchè come Cleide io spero ma chi vive sperando... fa la fine che deve :)
    Capitano caro era da tanto che non passavo di qua. Perdona se sono andata fuori tema. Forse. Mi sono dilungata come sempre però. Abbi pazienza :)
    Basitteddu.

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  5. Non avevo dubbi che questo post oggi avrebbe risvegliato l'amica Celia.)
    E’ che noi stiamo proprio dall’altra parte. Dalla parte di quelli le cui azioni sono sorrette da principi che non si sgretolano neppure davanti alla necessità . Forse siamo minchioni pure noi in fondo, in maniera diversa, ma minchioni.))

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  6. Ecco le risposte al poker di donne ardimentose che hanno scritto finora.
    Zelda, non ho capito se Cazzullo sia o sia stato individualista o no. Ciò che so è che lui scrive sul Corriere della sera e io qui, a lui lo pagano e a me no, lui fa fa la parte di quello che si indigna contro il malcostume di quelli che guadagnano più di lui (non sono poi tanti, ma qualcuno c'è) e il sottoscritto si deve indignare contro i giornalisti ricchi che si indignano contro quelli che guadagnano più di loro. ti sono grato per la riflessione.
    maria chiara, ti ringrazio tantissimo. I complimenti mi fanno piacere, ma se qualcuno mi allungasse un quarto dello stipendio che prende Cazzullo per cazzeggiare sarei contento come una pasqua.
    Ora scendo e poi rispondo alle signore ex di Tiscali, Thelma e Louise, cioè Cleide e Celia.

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  7. Cleide, concordo sul fine che muove gli uomini. Si potrebbe aggiungere forse che il fine non conta quanto il mezzo con cui lo ottieni. ma di queste cose ne abbiamo parlato e riparlato.

    Celia, bentornata, è sempre una festa quando passi di qui, lo sai.
    Ecco alcune riflessioni. Una la faccio a ruota libera. Ho notato una cosa, l'ho toccata persino con mano da quando sono nel virtuale. La sapevo pure da prima, ma da quando sono nel virtuale, per motivi di cui forse sei a conoscenza, quella considerazione ha smesso di essere un'idea, una convinzione, ed è diventata una cosa fisica, consistente, che pesa e che puoi toccare. E cioè ho capito che il mondo è dominato dalla raccomandazione, dalle scorciatoie e dal favoritismo. A nessuno frega niente di ciò che sai o di ciò che pensi, scrivi o rappresenti. Non gliene frega niente, né se sei capace, né se sei incapace, semplicemente non esisti. Cominci a diventare una persona che desta interesse quando c'è qualcuno che garantisce per te (e che quindi un giorno o l'altro potrà ricambiare il favore che gli fai assumendo il suo protetto o pupillo). Oppure se sei già una persona affermata, un nome, una personalità. A nessuno importa niente di quello che fai, né se lo fai bene, né se lo fai male. Non gliene importa e basta.
    Tra due candidati a un posto si prenderà sempre il raccomandato.
    Tu dici che per fortuna hai visto pure persone capaci che ricoprivano ruoli di consistenza. Io ti rispondo che non sta scritto da nessuna parte che tutti i raccomandati debbano essere incapaci. Ci possono essere e ci sono pure quelli bravi e perfino quelli geniali. Ma avranno preso il loro posto di lavoro, tranne le solite irrisorie eccezioni, perché avevano avuto il calcio in culo da qualcuno, non perché erano bravi e neppure perché erano geni. Quelli che hai visto tu, probabilmente erano raccomandati capaci o raccomandati intelligenti. Forse erano pure delle brave persone, gente con cui si parla con piacere e che ti dicono cose interessanti. Ma ciò non toglie che era gente messa lì da qualcuno che poteva. Il mondo è un’incredibile mafia. Ti assicuro che se io prendessi un ottimo posto di lavoro in un futuro recente. Se finissi a cazzeggiare ben pagato come i giornalisti Cazzullo e Cazzaniga o come gli onorevoli Bocchino e Chiappetta sarebbe sempre e soltanto perché qualcuno mi ha raccomandato. Non per altro.

    Cleide 2, grazie per aver risvegliato la verve di Celia. Speriamo di non dover aspettare mesi per risentirla. Siamo noi i minchioni? Sì, credo di sì. Del resto quello è un ruolo che qualcuno deve pur svolgere. E’ come nello sketch di Vieni avanti, cretino. Qualcuno deve pure fare il cretino che viene avanti. Lo facciamo noi. Pero il copione può sempre cambiare e il cretino un giorno può diventare quello che ti prende a calci nelle palle. Magari in quel caso la scenetta farà pure ridere di più, perlomeno certe persone.

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  8. Passaggi amari, ma voglio anch'io attendere la seconda parte per vedere dove vuoi arrivare.

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  9. rockpoeta, la seconda puntata venerdì, a meno di problemi.

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  10. Veramente la verve di Celia è stata risvegliata dall'argomento del post :)

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  11. Caro Capitano,
    perdonami ma ho l'impressione che siamo tanti cani rabbiosi intorno allo stesso osso e non ci accorgiamo che poco più in là ci sono carcasse intere...
    Penso che bisognerebbe usare la propria intelligenza per creare nuovi orizzonti invece che continuare a guardare gli orizzonti che hanno creato gli altri.
    Le mafie, come le chiami tu, non hanno mai una lunga vita e di solito muoiono di morte violenta... lascia perdere... con il tuo talento puoi fare quello che vuoi... se cambi prospettiva.

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  12. In un certo senso Enrica ha ragione ma forse non sa che anche cambiando prospettiva non succede niente. Cambiare prospettiva certo fa bene, direi che è quasi d'obbligo, ci si confronta, ci si mette in gioco, ma spesso non niente muta. Si ruota a 360 gradi in cerca della prospettiva migliore ma quando si è trovato il luogo in cui dirigersi la prospettiva nel cammino cambia, durante il percorso si trasforma, questo perchè la prospettiva è solo una percezione visiva e a seconda dal punto da cui si "guarda" da vicino o da lontano, in lunghezza o in larghezza, è diversa. Fatto il calcolo ( arrivati a destinazione) la percezione visiva alla resa dei conti non è come la si era vista. Bisogna poi dotarsi di grande capacita'. Le prospettive possono essere differenti e questo lo sappiamo. Chi osserva lo potrebbe fare dall'alto, dal basso, con casi obliqui e addirittura se si ribalta ciò che si vede come fosse una figura geometrica su un piano avremmo anche la possibilita' di osservare due prospettive differenti. Cambiare prospettiva è difficile direi complicato.
    Con il suo talento il Capitano è vero potrebbe fare quello che vuole come molti di noi. Tutti in effetti possiedono del talento. Il problema è che non esiste la regola "puoi fare quello che vuoi" come dice Enrica, anche se si cambia prospettiva. Nessuno fa quel che vuole o se ha la fortuna di farlo in qualche campo non sarà cosi' in altre sfere. Fare quel che si vuole quando si vive nel gruppo, nel mucchio, nella societa' fatta di regole, è impossibile. E' bello come concetto ma inesistente. Le mafie, scrive Enrica, non hanno vita lunga, io direi invece che la hanno eterna. Le mafie però esistono perchè per loro il concetto "fare quel che si vuole" è la verita' assoluta il comportamento da adottare. Siccome viviamo insieme ad altre persone e il fare quel che si vuole comporta passare anche sul cadavere altrui quando necessario direi che girando nella prospettiva siamo al punto di partenza.
    Il problema non è la prospettiva. Il problema è che gli orizzonti marci dei minchioni occupano gran parte se non il tutto della nostra visuale. Il problema è che non esiste la prospettiva.
    Ciao Capitano!

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  13. Enrica, le carcasse intere le vediamo anche noi, ma questo non ci consola, ci fa solo aaumentare la rabbia. E gli orizzonti creati da altri sono da tenere ben presenti perchè sono quelli che ti permettono di capire il sistema e magari aggirarlo per arrivare dove vorresti senza sporcarti. In pochi sappiamo quanto Francesco si barcameni su prospettive diverse, ma come dice Celia, la strada per l'orizzonte non è per tutti.

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  14. Bene, sono assolutamente d'accordo con Celia, la quale è d'accordo con me: le mafie hanno vita eterna. Naturalmente le mafie sociali hanno un comportamento molto soft, non ti accorgi neppure che esistono. Comunque questo non è un post personale, ma riguarda tutti, tutti quelli che si sentono presi per il culo. Tornerò su questo argomento. Per ora posso dire un pensiero che mi è venuto stamattina mentre mi preparavo il caffé. La televisione mostrava qualche immagine d'epoca del fascismo. Mi sono detto: sono le stesse persone. Le stesse di adesso. Il mondo è sempre lo stesso. Mi è parso quasi di vedere le persone che facevano politica al tempo del fascismo, i burocrati, i gerarchi, i delegati di partito. Era gente che faceva politica come si faceva all'epoca. Cioè aveva oliato certe porte, aveva intrallazzato in qualche modo, aveva blandito qualcuno, si era fatta raccomandare da qualcun altro. Era entrata in un giro. Insomma era gente che aveva usato gli strumenti immortali della politica e che viveva facendo il politico della propria era. Se si fosse presa la società del fascismo - così ho pensato stamattina - e la si fosse trasferita nella nostra epoca i cambiamenti sarebbero stati minimi. I politici di allora avrebbero continuato a fare i politici (chiaramente si sarebbero dovuti impiegare in partiti diversi da quelli di allora, dicendo cose diverse, ma nemmeno poi tanto), quelli che dovevano tenersi i politici avrebbero continuato a fare quelli che dovevano tenersi i politici. Le mafie avrebbero continuato a funzionare, solo utilizzando parole diverse.
    Rispondendo a Enrica mi chiedo dove le veda queste carcasse intere che noi cani irabbiosi siamo così schizzinosi da ignorare. Le carcasse se le so' magnate tutte o se le tengono sotto chiave. Devi conoscere chi ha potere, se vuoi dare un morso, che sia di destra o di sinistra.

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  15. Anche io prima di esprimere il mio pensiero attento il prossimo post.
    Per ora mi limito a rilevare che fare la rivoluzione mi sembra un tantino complicato. Io per il momento mi accontenterei di cacciare berlusconi, il che non è poi molto facile.
    Ciao

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  16. Borrello, a me di Berlusconi non me ne frega un bel niente, così come non me ne frega niente di certi insopportabili chiacchieroni della sinistra che si indignano a ripetizione al riparo dei loro raccomandati posti di lavoro. Mi frega di avere un lavoro. E il primo sfaccendato che passa su questo blog a dire stronzate ecologiste da progressista con la pancia piena lo caccio a calci in culo.
    Un saluto fraterno, come al solito, a tutti gli amici.

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  17. Accidenti, che enfasi!
    E'vero, non conosco la tua storia, capitano... E non voglio entrare in cose che non conosco...
    Ma conosco la mia ed ho vissuto abbastanza a lungo da poter osservare la storia di altri che hanno viaggiato parallelamente a me e quella di quelli che hanno viaggiato su una strada opposta alla mia...
    E non era politica.
    Ma gli interessi si incrociano anche quando non lo desideri ed i cattivi ed i disonesti ci sono in qualsiasi campo.
    Certo non si può andare come vergini in un bordello per militari ma non si può neanche rimanere in trincea per sempre...A meno che s'intenda immolare la propria vita sull'altare dell'ingiustizia sociale... ad eterna dimostrazione che esistono le ingiustizie.
    Che le ingiustizie esistono è sacrosanto. Che i disonesti esistono è una verità lapalissiana e sarà così forse per sempre.
    Ma si possono allargare i propri orizzonti, si può alzare il proprio sgurado per guardare oltre, in qualsiasi campo e si può scoprire che quei piccoli uomini neri abbarbicati sulle loro sedie sono quello che sono e che noi stiamo solo perdendo il nostro tempo occupandoci di loro...
    E sono d'accordo con te, destra o sinistra non fa alcuna differenza... i piccoli uomini neri non conoscono colore...
    Ma lo ripeto e, pur senza conoscerti affatto so quello che dico, il tuo talento merita molto di più...
    Un abbraccio.

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  18. Ho letto il post, poi, appena possibile leggerò i commenti che talvolta sono altrettanto interessanti, e dopo ancora cercherò di leggere i post che mi sono perso. Cavolo cap. ma quanto scrivi! :-)))
    Comunque mi risulta che anche i pezzenti, alla fine, riescano a fare la rivoluzione (penso alla rivoluzione francese). E' anche vero che dopo un po' di tempo le cose ritornano come prima, intanto, però, qualche testa cade.
    Non è più l'epoca per certe cose? Mah...

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  19. Capitano ma come? Un'ideologia che tenga presente gli egoismi di tutti!? Delle ideologie siamo stufi tutti! Degli egoismi pure! Tu lo sai quanta gente (uomini) hanno pensato che il nostro cavaliere in fondo è un fico perché si tromba (scusate ragazze il termine ma rende forse di più l'idea) la Dadario? Tanti, tantissimi! Allora pensi ancora che occorra un'ideologia che tenga conto degli egoismi? Forse serve un'Idea! Una sola che possa riassumere in se non l'egoismo dell'uomo ben presente e radicato in ognuno di noi che poco sforzo dobbiamo fare per farlo emergere, bensì qualche cosa che sia più difficile da far emergere ma che poi dona a noi, ed agli altri mille per uno! Troppo difficile vero? Troppo difficile perché costa fatica e la fatica cerchiamo di scansarla tutti! Però mi sono reso conto che senza la fatica poco si raggiunge.
    Apparentemente sembrerebbe che il mondo vada avanti con le persone raccomandate (vedi post precedente) che poco fanno, e di questo ne ho un'esperienza personale (nell'ufficio dove lavoro dopo anni di fatica ed impegno hanno fatto capo ufficio uno che non ha mai lavorato che ha passato anni ed anni a scaldare la sedia!)però alla fine se si guarda bene il mondo va avanti per quelle poche o tante persone che lavorano che sento l'impegno personale in modo prioritario e non si lasciano fermare da questo andazzo! Nonostante sia stato scavalcato da questo personaggio, nonostante lui continui a non fare, io la parte mia cerco di farla, anche se il primo istinto sarebbe stato quello di tirare i remi in barca e vedere dove sarebbe andata a schiantarsi la barca! Ma poi se la barca va alla deriva ci rimette tanta di quella gente ed al danno si aggiunge anche la beffa. Io sono convinto che il disimpegno lo scoraggiamento non porta da nessuna parte. Nella mia esperienza alla fine dopo un po' di tempo mi sono reso conto che devo ringraziare Dio perché se mi avessero fatto capo ufficio, con il mio carattere mi sarei ridotto a lavorare ancora di più di quanto faccio adesso, mi sarei preoccupato tantissimo di tante cose e la qualità della mia vita sarebbe scaduta notevolmente e, soprattutto, avrei dovuto dire di sì al famoso datore di lavoro che sta ridiventando sempre di più il "padrone" di una volta al quale guai a dire di no!
    Caro Capitano ti ho raccontato queste cose personale perché sono convinto che poi nell'esperienz di ciascuno nulla capita a caso e che tutto può andare in un verso diverso da quello che appare perché, in qualche modo, a seconda di come ci poniamo davanti agli avvenimenti questi, pur nella loro gravità, possono sempre e comunque dirci qualche cosa di diverso ed indicarci una soluzione che alla fine tenta di andare a nostro favore!

    Ciao.

    berardo

    PS
    Capitano questa mattina il poco fresco che si avverte anziché tentare di scrivere il mio secondo post su Napoli l'ho dedicato a visitare gli amici! Apparentemente sembrerebbe una incongruenza: ma come, è da giorni che non scrivi e adesso che hai un po' di tempo lo perdi a scrivere i commenti agli altri post? Però questo mi appaga di più! Sarò fatto male?

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  20. tre fresche fresche per gli amici.
    enrica,allarghiamo gli orizzonti quanto vuoi, ma facciamoci entrare pure qualche biglietto di banca.
    Sergio, non solo le cose tornano come prima, dopo la rivoluzione, ma non sono mai cambiate. E' però vero che qualcuno che prima stava in alto va verso il basso e vicerversa.
    Berardo, se tu mi dici che ringrazi il cielo per non aver fatto il capoufficio, io ti dico che faccio lo stesso per non aver vinto al superenalotto. So che pure Cleide gioca a gratta e vinci e si augura sempre di non vincere. Dice: ci pensi che inferno sarebbe la mia vita se vincessi qualche milione? Se qualcuno vuole partecipare a questo gioco, il gioco di vince chi non vince, le iscrizioni sono aperte. Visitare gli amici è sempre una commendevole azione, sia quando sono nel regno dei vivi che in quell'altro. Vengo subito a visitarti. :-)

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  21. Si si, prendi pure in giro tu.:) Come al solito, in un discorso, acchiappi la parte per il tutto e guarda caso, quel tutto, è sempre un tuo cavallo di battaglia. Che devo fare? Vuoi arringare? E arringa.:))

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  22. poche parole mio capitano per lasciarti un saluto e dirti che condivido ogni singola parola del tuo post. tutti dovrebbero leggerti, per legge ;)

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