venerdì 25 marzo 2011

Quadri di un’esposizione

Una piazza. Un fontana come ce ne sono tante, con la scontata statua di una ninfa marina o di qualche altra divinità. La ninfa potrebbe essere addirittura il dio Poseidone anche se è improbabile: la fontana è lontana e poi non si vede bene a causa del fumo che staziona sulle panchine. Hai ragione, se c’è del fumo ci deve essere un incendio. Ecco infatti un palazzo ai margini della piazza con le finestre in fiamme. Le vedi? Le finestre sono proprio sopra l’insegna di quel fast food con quel disgustoso panino stilizzato. Sì, lo so che è strano che abbiano messo un fast food in un bel palazzo settecentesco. Sai che penso? Che nell’androne di quel palazzo ci deve essere un insegna di marmo che celebra i morti di qualche rivoluzione, di certo figli di nobili, lo sai che i pescivendoli non fanno le rivoluzioni, al massimo sommosse in cui se gli va bene si prendono qualche forma di pane e molti calci in culo.

domenica 20 marzo 2011

Viva la bella guerra uaccadero uaccadà

Viva la bella guerra, uaccadero uaccadà, viva la bella guerra in cui si ammazzano i cattivi, cioè quelli salutati dalle nostre intelligentissime bombe, e si mettono al governo i buoni che sono così buoni che ci danno pure il petrolio perché se non ce lo danno gli facciamo uaccadero uaccadà.
Viva la bella guerra in cui usiamo solo missili umanitari che uccidono solo gli antiumanitari e che se per caso uccidono anche qualche migliaio di umanitari lo fanno sempre per una superiore causa umanitaria uaccadero uaccadà, viva la guerra fatta dai premi Nobel per la pace che sono così bravi che ti ammazzano con gli aerei invisibili Stealth in modo che non vedi l’aereo, non vedi il missile e, puf che bello, non ti accorgi nemmeno che sei stecchito, e capisci che la tua non si potrebbe neanche chiamare morte, ma al massimo eutanasia,

domenica 13 marzo 2011

Giapponesi con le palle

Da loro: Viene il terremoto più forte di tutti in tempi in Giappone e se ne stanno composti. Osservano l’oscillare pericoloso dei palazzi quasi con misticismo zen. Se stanno seduti si alzano in piedi. Se stanno in piedi si siedono. Al massimo gli scappa un poffarbacco nella lingua del Sol Levante. Con un telefonino o qualche altra diavoleria elettronica delle loro parti, riprendono l’Alba del Giorno Dopo in cui stanno recitando loro malgrado: tanto, pensano, stiamo senza fare niente e se si deve morire è sempre meglio farlo somigliando a uomini e non a galline spaventate.

domenica 6 marzo 2011

Ecco un uomo

La più grande idea della sua vita gli venne mentre defecava su un basso promontorio da cui si poteva ammirare la sconfinata pianura preistorica che era la sua casa. Era un’idea così inaudita da lasciarlo senza fiato e da fargli svuotare in un solo colpo tutta la consistente e vischiosa massa di feci che aveva in corpo. In realtà lui non stava solo svuotandosi lo stomaco, ma nello stesso tempo grugniva e dilaniava una pezzo sanguinolento di carne di cervo male arrostito, sputando duri tendini e scaglie d’osso sul manto d’erba giallastra su cui si era accovacciato. Grugniva per aiutare la fuoriuscita di escrementi e mangiava perché quel giorno il suo clan era stato fortunato nella caccia, avendo ucciso un giovane cervo rimasto intrappolato in un intrico di rovi. Ormai non aveva più fame, ma per esperienza sapeva che quando si beneficiava di una fortuna insperata come quella bisognava rimpinzarsi ben oltre la sazietà, perché nessuno ti può rubare quello che hai nello stomaco, mentre iene, leoni o il capriccio delle entità che dominano il fuoco, il vento e le cose del mondo possono farlo.