domenica 29 maggio 2011

I ricchi sfondati (prima parte)

Lo confesso, non sono che un indegno essere umano e come tale soggetto ai pregiudizi tipici della nostra specie. Uno di questi preconcetti riguarda i ricchi sfondati. Preciso subito che con l’accezione “ricchi sfondati” non intendo le persone appena agiate, i benestanti in condizione di togliersi gli sfizi più o meno condivisi da tutti come vacanze esotiche, case confortevoli o auto un pochino più potenti o lussuose di quelle che ti servono per andare a lavoro… io intendo proprio la gente danarosa da far schifo, quella con i soldi che gli escono dal buco posteriore, con panfili, ville e tutto il resto.

Alcune varietà zoologiche di babbei danarosi: i belli e abbronzati. Dunque a me i ricchi sfondati stanno proprio lì, sulla punta dell’Innominabile. Mi fanno vomitare quelli belli e abbronzati, ottimisti e sicuri di sé, che credono che fuoristrada e ville gli spettino per l’evidenza di essersi dimostrati migliori degli altri

mercoledì 25 maggio 2011

Muoio anch'io, no tu no

Si potrebbe andare tutti quanti al garage dei ricconi.
Muoio anch'io. No, tu no.
E sniffare dal tubo di scarico di Rolls o Ferrari
e gridare questa sì che è aria buona
e vedere da fantasmi l'effetto che fa.
Muoio anch'io. No, tu no.
Muoio anch'io. No, tu no.
Muoio anch'io. No, tu no.
Ma perché? Perché no!
Si potrebbe andare tutti quanti dal dottor Stranamore.
Muoio anch'io. No, tu no.
E firmare per l’eutanasia della mutua
e sgranocchiare un’aspirina al cianuro
e vedere da fantasmi l'effetto che fa.

mercoledì 18 maggio 2011

Dissolvenza in bianco

DISSOLVENZA IN APERTURA.
Esterno. Giorno. Panoramica della città in campo lungo.
Scorrono palazzi di costruzione nostrana, sullo sfondo il cupolone di San Pietro. Via alla colonna sonora. Niente di volgare e rumoroso, un tema raffinato ispirato a Ennio Morricone.
Esterno. Giorno. Strada cittadina.
CAMPO LUNGO su una strada centrale con tanti passanti. Le insegne luminose dei negozi e le auto nel traffico.
CARRELLATA IN AVANTI su: CAPITANO
Un uomo che cammina trafelato, come se fosse in ritardo a un appuntamento. In mano, un giornale e una borsa da lavoro. IL DETTAGLIO della scritta “Il mondo sta morendo senza nemmeno un funerale”

lunedì 9 maggio 2011

Vivere all’ombra di un fico

- Ieri guardavo alcuni alberi di fico  ai margini di un piccolo spiazzo di erba e pensavo che sarebbe stato bello vivere all’ombra di uno di quegli alberi.

- Bah, come inizio di post mi pare fiacco, ma forse potrai recuperare proseguendo.

- Non posso, perché il post è finito.

- Vorresti dire che il tuo post di oggi è questo: la vera vita è all’ombra di un fico?

- Certo, è un messaggio perfetto e compiuto. Qualunque cosa aggiungessi, sarebbero solo carrettate di parole da Web che non potranno mai spiegare un’emozione che parte da lontano.