giovedì 7 giugno 2012

E’ morto Ray Bradbury

Ogni tanto leggi sul televideo o sui giornali la morte di qualcuno e ti sembra di morire un po’ anche tu. Ieri leggo che se ne è andato Ray Bradbury, maestro della fantascienza eroica degli anni Cinquanta, cioè di un periodo letterario unico che non tornerà più come non torneranno più i western di John Ford. Oggi la fantascienza letteraria agonizza in rari romanzi cervellotici, freddi, noiosi, lontanissimi dalle storie di alieni e imperi galattici dei tempi d’oro, e sopravvive soltanto al cinema.

Di Bradbury mi hanno impressionato tre cose nell’ordine crescente in cui le cito. La prima è il suo romanzo più noto Fahrenheit 451, in cui immagina un mondo dove leggere un libro è reato. Infatti i libri si bruciano per non contaminare i cittadini con il loro messaggio. E’ una storia di cosiddetta antiutopia come 1984 di Orwell e Il mondo nuovo di Huxley, ma Bradbury a differenza di questi scrittori lascia il finale aperto alla speranza. Dopo aver letto questo romanzo, ogni volta che apri un libro ti pare quasi di fare un azione rivoluzionaria e sovversiva, e in effetti forse è proprio quello che stai facendo.

Poi ricordo un suo racconto intitolato “Delitto senza castigo”. Bradbury ha scritto molti racconti che pur essendo all’apparenza normali storie di fantascienza, thrilling o addirittura horror ti suggerivano che si parlasse di molto più di quanto veniva detto. Il racconto in questione parla di un uomo che decide di ammazzare, se non ricordo male dopo 44 anni, il bulletto che lo angariava ai tempi della scuola, uno di questi ragazzini carogne in cui prima o poi ci siamo imbattuti tutti. Non ricordo che cosa avesse fatto questo particolare bullo al protagonista della storia. Ma era qualcosa di abbastanza grave da bruciare a distanza di 44 anni, da indurti a comprare una pistola, lasciare quello che facevi e sobbarcarti un viaggio in treno da una costa all’altra degli Stati Uniti per piazzare una sacrosanta pallottola in testa alla canaglia che ti aveva avvelenato la vita quasi mezzo secolo prima. Mentre leggevo questo racconto mi dicevo: forza, ammazzalo, questo figlio di buona donna, facciamo giustizia almeno una volta. Il protagonista della storia non uccide il suo antico aguzzino scolastico: lo vede vecchio, malato e soprattutto sconfitto dalla vita. Gli pare che lasciarlo vivere sia una punizione sufficiente, se ricordo bene. Io avrei preferito un altro finale, ma mi inchino alla saggezza della letteratura.

Il terzo episodio collegato a Bradbury è quello che mi ha colpito di più, anche se è di certo il meno importante. Una volta sentii raccontare una storia in televisione. Siamo negli anni Sessanta in una di queste giungle di asfalto e cemento americane. C’è un uomo che cammina da solo in strada. Non fa niente, cammina. Una macchina della polizia lo segue insospettita e l’uomo continua a camminare. Scendono due poliziotti e fermano l’uomo. Dove sta andando? Gli chiedono. Da nessuna parte, passeggio. Perché è senza macchina? Non ho l’auto, è la risposta. Ci mostri la patente. Non ce l’ho, la patente, confessa l’uomo, non l’ho mai presa. I due poliziotti sbarrano gli occhi orripilati e arrestano quell’uomo così inquietante, uno che cammina da solo dove girano solo macchine e non ha neppure la patente. Quell’uomo era Ray Bradbury. E da quel giorno ogni volta che passeggio tra questi pazzi inscatolati in trappole a quattro ruote, mi sento un po’ eroico come uno scrittore di antiutopia.

10 commenti:

  1. Uno scrittore affascinate, intuitivo e profetico. Aveva intuito l'evoluzione malsana del mezzo di comunicazione e informazione piu' potente, la tv, e l'uso mmanipolatore che ne avrebbero fatto. Fahrenehit in particolare quando lo lessi mi colpì al cuore. Per dirla alla Kakfa, è un libro che morde e punge. Di quelli che ti svegliano con un pugno sul cranio. Una scure per il mare gelato dentro di noi. Questo devono essere i libri. Questo era Bradbury.

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  2. Ricordo in effetti che avevi scritto un bel post sul romanzo "Fahrenheit 451", forse addirittura l'ultimo che hai scritto. Mi fanno riflettere le considerazioni di Bradbury sulla tivvù malsana e corruttrice In effetti in giro si vedono parecchi programmi spazzatura, seguiti dalla gente più insospettabile. Un sorriso.

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  3. La loro supposta autorevolezza ci fa pensare che sia oro Cioè, dici a me?:) Sono una sospettabilissima insospettabile che vede tutto inclusa la tv spazzatura, tempo permettendo. Ma non era questo il messaggio dello scrittore. E' la manipolazione, piu' o meno consapevole, delle menti che il bombardamento mediatico attua. Un esempio è la pubblicità. Noi siamo convinti di recarci al supermercato e acquistare i beni che ci necessitano. Pensiamo di scegliere autonomamente ma in realtà non è cosi'. Prendi tg, i programmi di informazione e attualità. colato quello che passa. Le cose non stanno esattamente cosi'. E qui si puo' ritornare al tuo appunto. La tv spazzatura. Altro fumo negli occhi per distrarre e manipolare. Ma anche questo fumo va osservato per acquisire obiettività altrimenti il rischio è un giudizio superficiale e approssimativo:)

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  4. In effetti, quando ieri ho sentito la notizia, ho provato una stretta al cuore simile a quella che ebbi quando scomparve Asimov. Pensa che proprio oggi mi è arrivato un vecchio libro che ho acquistato su Internet pochi giorni fa. E' vecchio e ingiallito, sul retro c'è il prezzo: lire 3.000. L'ho pagato 14 euro (spese di spedizione per raccomandata comprese). Sono impazzito? No. Era l'ultima copia in vendita dell'editrice Mursia: "il meglio di Galaxy" edita nel gennaio del 1980. Potevo perdermi racconti di Sturgeon, Rothman, Chandler, Blish, Lafferty, Ellison etc.? Certamente no, e sono contento di poter riprendere a sognare leggendo questi vecchi maestri.

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  5. CASSANDRO

    Come non essere d’accordo con te, Cap, quando scrivi “Dopo aver letto Fahrenheit 45, ogni volta che apri un libro ti pare quasi di fare un azione rivoluzionaria e sovversiva, e in effetti forse è proprio quello che stai facendo”?!

    Ma in genere questa considerazione secondo me risale alla notte dei tempi (ed ovviamente ancor più valida oggi): ne sa qualcosa pure Adso del Nome della Rosa quando Guglielmo di Basckerville, alla domanda se lui fosse stato mai vittima del peccato di lussuria, risponde “Sì . . . della lussuria del sapere”.

    Non mi sento un alieno se inserisco fra i più grandi rivoluzionario del mondo Gutenberg.

    Forse però lo sono se dico che la lettura dei libri, compreso Ray Bradburry ovviamente, l’ho utilizzato come una magnifica ed invincibile arma di seduzione (per fortuna ho avuto l’appoggio di Cleide, che pertanto ringrazio, quando esposi questo concetto nel commento al tuo sottostante post “Racconto scattante batte romanzo prolisso”)

    Se permetti quindi, Cap, insisto sull’argomento.

    TOUR DE L'AMOUR

    (Lui)
    -- "Se va di questo passo corri il rischio
    che quando stai con altri tu ti annoi,
    che non ti volti più se arriva un fischio,
    che parli e . . . pensi ai cavoletti tuoi.

    Disserti ancora su Renato Zero,
    ascolti chi ti parla di Ronaldo,
    accattivante sempre, ma il pensiero
    ti corre altrove, a chi ti tiene caldo

    non solo il cuore ma anche la mente,
    a chi ti parla pur di Filottète
    o di Einstein, quando in mezzo a gente

    che raschia il 'Gratta e Vinci', senza sete
    . . . è solo scusa! . . . innamoratamente,
    mangiandovi con gli occhi un the bevete".


    (Lei)
    -- " . . . e d'altri ancora lui mi parla lì . . .
    altri d’oggi e di ieri . . . di Ronconi,
    Ray Bradburry, Omero, Bach, insomma di . . .
    di chi ci fu ed è . . . Che sensazioni! . . .

    . . . da batticuore, quasi . . . pure se
    il greco a scuola non ho studiato
    ed ho difficoltà a capir perchè
    è E uguale ad M C al quadrato.

    Dalle sue labbra pendo se gli scappa
    una risata sopra una vignetta,
    . . . patito è dei cortoon . . . di Elle Kappa,

    di Chino, Altan, Chiappori, ed ho netta
    sensazione che vinco ogni tappa
    del mio 'Tour de l'Amour' se a lui sto stretta.


    Che fosse ad arte ogni insegnamento
    per meglio cucinarmi a fuoco lento?

    Io tosta ero . . . or sono pappamolla,
    che su di te si spalma e s'incolla!

    Mi faccio schifo quasi da me stessa
    ma tu mi rimbambisci, mi fai fessa.

    mi rintontisci . . . e dire che ero esperta
    di tutto, ed or t'ascolto a bocca aperta,

    dove di botto mi entri . . . e che è vita! . . .
    mentre ti sto ad ascoltar rapita.

    L'avrò un giorno una via d'uscita?
    Ma l’ho capìiiiiito: il libro è calamita!

    Pur se per me sarà strada in salita
    ai libri tornerò: più erudita

    pareggerò, speriamo, la partita”

    (Cassandro)

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  6. Carissimi amici, eccomi finalmente con un po' di tempo libero per rispondervi.
    Cleide, dici bene, il fumo della cultura spazzatura va osservato e forse anche studiato per capire meglio le manovre del potere. Al supermercato al qui medesimo Capitano la pubblicità fa un baffo: essendo egli costantemente indirizzato su prodotti non di marca e soprattutto lontani dalla pubblicità televisiva. Il Capitano compiange queli che si fanno infinocchiare dal bifidus regularis, se pure esistono sfortunati simili.
    Sergio, è sempre un godimento sentirti parlare di fantascienza classica e di maestri di questo settore della letteratura. Hai tutta la mia approvazione per il libro che hai comprato, che oltre che di fantascienza, deve odorare di storia.
    Cassandro, letto il tuo godibilissimo componimento. Ho notato che era più sviluppata la farte femminile, il cui punto di vista sviluppavi quasi con immedesimazione. Mi chiedo come facevi. Chi c'è dietro Cassandro? Un giorno forse lo scopriremo. :-)

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  7. Ho smesso di leggere libri di fantascienza di ultima tiratura, deprimenti come dici tu.
    Mi sono dato a testi di pseudo politica e la Fallaci con diverse biografie mi stanno facendo compagnia nelle giornate. Ultima lettura Gromico ricordi? Mi ha sorpreso e affascinato.

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  8. Ciao, andrea, sempre lieto di ospitarti su questo blog. Le tue mi sembrano letture impegnative. Per Gromyko penso che tu intenda l'antico ministro degli esteri sovietico che in effetti deve intendersi come uno degli uomini più potenti del Novecento (neanche io ricordavo l'esatta scrittura del nome, sono andato a controllare).Stai bene.

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  9. Sono innamorata dell'antiutopia, nonchè di tutti quegli autori che vi hanno lasciato un segno indelebile e inquetantemente attuale. Condivido con te quanto dici circa il finale aperto alla speranza di Fahrenheit 451.
    Al momento sto rileggendo, dopo diversi anni, Un mondo nuovo,
    anche lì troviamo un forte messaggio circa la manipolazione delle menti indotte allo sfrenato consumismo e all'abietta cecità di chi guarda ma non vede.

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  10. ciao, benvenuta su questo blog. "Il mondo nuovo" di Huxley lo lessi molti anni fa, era piuttosto cupo nelle speranze, seppure non come 1984 di Orwell, veramente color notte eterna. Il consumismo è pessimo, il non consumismo delle tasche vuote brutto: l'unica scelta valida è quella di chi non desidera o compra oggetti inutili, inquinanti o peggio pur potendolo fare. Ciao.

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