martedì 19 giugno 2012

Intervistato da Peter Pan

- Ciao, sei davvero Peter Pan? Posso toccarti le orecchie a punta?

- Certo, tocca pure sono vere, e sono anche più appuntite di quelle del signor Spock.

- Per favore non metterti a svolazzare fuori dalla finestra. Ti ringrazio per avere accettato di vedermi, per me è un onore. Dunque io e i miei lettori vorremmo sapere che cosa ti ha portato a essere quello che sei.

- Non risponderò a nessuna noiosa intervista, però forse ne farò una a te.

- Che dici, Peter? Io non sono nessuno mentre tu sei un icona della…

- Ssssss. Allora comincio con le domande. Qual è il segreto della vita? Che cosa rende la vita degna di essere vissuta?

- Ecco io…

- Veloce, non farti assassinare dal pensare serioso degli uomini fatti. Di’ la prima cosa che ti passa per la testa.

- Be’, sognare. Mi pare che sia questo che nobiliti la vita. Anzi che la renda possibile. Appena smetti di sognare, probabilmente sei morto. Sei come un giocattolo con le pile scariche. Sognare è tutto. Attento a non far cadere quel vaso decorato, lo comprò mio padre negli anni Sessanta e ormai deve costare una fortuna!

- Ti ritieni capace di sognare?

- Non so, forse una volta, quando ero ragazzo. Allora ci riuscivo. Fantasticavo un sacco nel letto prima di dormire. E anche fuori dal letto.

- Di cosa fantasticavi?

- Mah, di cose sciocche. Forse di essere un eroe salgariano o giù di lì che affronta i thugs da solo per liberare la Vergine della Pagoda. E poi di tante altre cose. C’era un universo intero dentro di me. Credevo a tutto, all’epoca. Ti prego non giocherellare con quella tazza rifinita con foglie d’argento, è antica, apparteneva a mia nonna e costa una fortuna.

- Non la faccio cadere, abbi un po’ di fiducia ogni tanto. E ora a cosa credi?

- A poco, forse a niente. Sono come uno di quei tristi adulti di certi romanzi di Stephen King, che non possono sconfiggere i mostri annidati nel sottosuolo perché non ci credono più. Mentre da ragazzini ci credevano e potevano ucciderli.

- Sì, ricordo. L’unica speranza di quegli adulti era tornare bambini in testa, aprire la mente. Solo così avrebbero potuto vedere il terribile mostro It. Nella politica ci credi?

- Bah.

- Nella gente ci credi?

- Ancora bah.

- E nell’Isola che non c’è?

- Mi stai prendendo in giro? Sono tutte stupidaggini per bamboccioni. Maledizione, non fare il giocoliere con quei piatti da collezione: li ho ereditati da un trisavolo e ormai devono…

- … valere una fortuna, lo so. Ecco li rimetto a posto, stai calmo. Ora però si è fatto tardi e devo andare. Se vuoi, puoi venire con me all’Isola che non c’è.

- Ti ho detto che non credo a queste baggianate, Peter.

- Io me ne vado, ma prima esprimi un desiderio.

- Ecco, io vorrei tornare a credere come un ragazzo… io vorrei tornare a sognare.

- Credere ai thugs e alle Vergini delle Pagode?

- Anche a quelli, certo. Ma vorrei tornare come uno di quei ragazzi di Stephen King che potevano sconfiggere i mostri della loro mente proprio perché ci credevano.

10 commenti:

  1. Com'è che diceva tua madre? E pecchè? Sul' tu?;)

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  2. E' vero, Cleide, non solo io ho certi pensieri.

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  3. CASSANDRO

    Sì, Cap, molti altri, per non dire tutti, hanno “certi pensieri”, a volte anche in forma più struggente.


    TORNARE A TRE ANNI

    Voglio tornare a quella bimba che
    fotografò mio padre quando tre

    anni avevo -- ed ero un incanto
    di gioia e di dolcezza! -- ora che il pianto

    caratterizza tutta la mia vita,
    e dalla mente mia in uscita

    ci stanno sol tristissimi pensieri.
    Voglio tornare a quella bimba, a ieri

    . . . ai vestitini a bambola . . . ai fiocchetti
    messi di lato ai boccoli . . . ai dispetti

    con i miei cuginetti per un pupo,
    per un trenino . . . or che il pensiero cupo

    di questa mente è il dominatore,
    perché ricerco amore ed ho dolore,

    bramo fiducia e ricevo inganni,
    cerco la pace e trovo solo affanni.

    Voglio tornare indietro: a tre anni!

    (Cassandro)

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  4. Cassandro, leggo bene che vuoi tornare una bimba di tre anni? Questo ci dovrebbe dare una dritta sulla tua identità, che nessuno finora è riuscito a svelare. :-)
    Tre anni è un'età davvero sorprendente, di solito uno pensa di tornare ragazzino o adolescente, per trovare il meglio della vita. Da adolescente godi i vantaggi dell'infanzia, ingenuità, entusiasmo, capacità di sognare e sorprenderti. E in più puoi anche recitare da grande, innamorandoti e facendo le cose dei grandi. Devo riflettere sui tuoi tre anni. E' un mondo di emozioni. Buonanotte e stiamo lontano dal caldo, che peraltro finora e meno forte di quanto annunciato.

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  5. Rifletti . . . rifletti . . .

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  6. E menomale che non ti ha chiesto "La vita è tutto un sogno?...o sono i sogni che aiutano a vivere meglio?" a quel punto avrei avuto delle perplessità sulla sua reale identità. Anch'io penso che per dare un senso a tutto ciò bisogna pur credere in qualcosa, altrimenti il gioco finisce.

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  7. Ciao, Veneris, sempre un piacere sentirti e speriamo che il gioco non finisca mai.

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  8. In effetti questi Peter Pan è piuttosto marzulliano;)

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  9. la vita è marzulliana. Ma è già tempo del prossimo post.

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  10. Di questi tempi caro Cap ci stanno togliendo anche la voglia di sognare... Non serve tornare indietro, lo si può fare anche da "grandi". Basta avere tanta, tanta fantasia.
    Come te, del resto. Ciao Cap
    Marypersempre, alias Mary Poppins

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