giovedì 28 marzo 2013

La satira e il Potente

Dice Fiorello che l'unico partito su cui non si può fare satira è il Movimento 5 Stelle. Probabilmente ha ragione, però scorda un particolare. Di solito la satira politica è fatta da un personaggio meno potente che prende in giro un personaggio o un partito più potenti. La satira è opera di personaggi più o meno popolari (qui inteso del popolo) che irridono le ovattate stanze dei bottoni: Pasquino (senza potere) che prende in giro il potere del Papa Re, il commediante squattrinato o precario (Moliere) che deride la classe politica dell'Avaro. In tempi più vicini a noi Alighiero Noschese che faceva il verso ai potenti Fanfani o Andreotti. Sarebbe assurdo che la satira politica la facesse la regina Maria Antonietta ai danni del Terzo Stato, e non farebbe nemmeno ridere. Fiorello è sicuramente più, potente, privilegiato, noto e agiato di qualsiasi parlamentare Cinque Stelle. Di conseguenza, secondo le regole canoniche della satira, lui e men che meno un Benigni o un Crozza, non possono fare i pasquini sull’M5S. Se in futuro si modificassero i rapporti di potere, forse. Al momento sono i parlamentari peones grillini che possono fare sberleffi comici a Fiorello e alla sua casta di puntelli del sistema.

Oggi ho pubblicato sul mio blog alcuni articoli che avevo scritto su Facebook. Facebook va bene per velocità e immediatezza visiva, ma il blog è sempre il blog.

Roba per principi puttanieri

Sto facendo una piccola ricerca per una cosa che sto scrivendo, nella quale ho appreso:
a) Che Britney Spears se ne va in giro con un reggiseno da 20.000 sterline (24 mila euro), l’Eternal Love Bra, realizzato dal fitness brand Body Rock (naturalmente non ho la più pallida idea di chi o cosa sia un fitness brand). Detto reggiseno consta di una cerniera in oro 18 carati e cristalli Swarovski tagliati a mano a forma di cuore; il materiale principale è la seta, abbinabile a un accessorio rimovibile ricoperto di oro e diamanti. Altri cristalli Swarovski costellano poi la parte posteriore del reggiseno (ma Swarovski chi?).

Battiato e le battone

Prima di tutto le ormai note e recenti dichiarazioni di Franco Battiato. Il cantautore era a Bruxelles in qualità di assessore regionale siciliano a presenziare a un convegno dal titolo palloso-burocratico tipo “valorizzazione delle risorse siciliane in ambito europeo”. Lì il nostro cantautore ha detto che il Parlamento è pieno di troie, le quali, a suo dire, dovrebbero aprire un casino. Indignazione immediata delle donne parlamentari di destra e di sinistra. Prima ha protestato la neopresidente della Camera Boldrini: Battiato sei volgare e offensivo. Poi gliele hanno cantate le parlamentari di tutti gli schieramenti politici. Battiato allora invece di scusarsi, precisa facendo un passo indietro: mi riferivo a un solo schieramento politico. Ma Boldrini e le altre non mollano: sei volgare e inopportuno. Ancora un passetto indietro di Battiato: non dicevo alle donne, ma il mio “troie” era rivolto sia a donne che a uomini. Faresti meglio a stare zitto, è la risposta. In realtà, fa lui, se proprio la vogliamo dire tutta, ce l’avevo con il vecchio Parlamento non con questo da poco eletto. E le altre: finiscila, chiudi quella maledetta boccaccia, zotico.

La malattia dei link

A proposito della malattia dei link. Una volta mi trovai discutere con un personaggio su Facebook su una questione che non ricordo. Esposi una tesi avversa alle sue in un mio commento. E questi mi disse che sbagliavo, mi leggessi l'articolo di Repubblica che mi linkava. Gli feci rilevare che avevo letto l'articolo, ma che mi sembrava sbagliato in alcuni punti e dissi quali; il personaggio ribadì che mi sbagliavo e mi linkò un secondo articolo di Repubblica. Lessi pure il secondo articolo, che ancora una volta non mi convinse, ma dissi al tipo che mi ero stancato di parlare con lui. Se aveva uno straccio di pensiero personale che lo manifestasse; se dovevo discutere con Repubblica, me ne sarei andato sul sito del giornale, di lui che me ne facevo? Stavolta il tizio non rispose. Non so se perché non aveva trovato articoli adeguati da linkarmi.

Il movimento Cinque Stelle è di destra o di sinistra?

Una domanda che ci sente fare spesso in questi giorni è: il Movimento Cinque Stelle è di destra o di sinistra? Sembra una domanda a cui si dovrebbe rispondere facilmente, ma pare che generi molti dubbi in giro. Vediamo di fare chiarezza con alcune deduzioni, una canzone (di Giorgio Gaber) e un programma.

Per prima cosa daremo per scontato che tutti sappiano le differenze tra l’essere di destra e di sinistra e sappiano riconoscerle. In estrema sintesi, se ti piacciono i potenti, ammiri chi ha fatto i soldi e avuto successo, e non ti fai troppe domande su come soldi e successo siano stati conseguiti, e se inoltre disprezzi gli altri, probabilmente sei di destra. Se sei a favore di chi non ce la fa, di chi resta indietro, degli ultimi, degli esclusi, è chiaro qual è il tuo schieramento politico. Ancora più telegraficamente: Gesù (o almeno il suo messaggio sociale) era di sinistra, un pazzo che si crede Napoleone è un pazzo di destra.

lunedì 25 marzo 2013

Suggerimento a Bersani sul reddito di cittadinanza

Bersani è un chiacchierone perditempo. Invece di sprecare energie e pazienza del Paese per parlare di tutto e di più, cianciare con sindacati e associazioni sociali, che fino a prova contraria non hanno voti in Parlamento, con Saviani. Donciotti e scrittori vari, intellettuali cazzeggiatori e simili, dovrebbe concentrare le sue energie su un solo obiettivo. Una sola cosa, non cento. Poiché vuole fare non senza motivo accordi solo con Grillo e non con Berlusconi, si concentri su quest’unica proposta e lasci perdere idiozie su giaguari e scouting (corruzione) di parlamentari. Per capire quale sia questo singolo argomento bisogna capire quale sia la composizione sociale dell’elettorato del Movimento Cinque stelle e quale, se c’è stata, la proposta trainante del suo successo elettorale.

giovedì 21 marzo 2013

I marò rimandati in India

Dicevano le nostre mamme; non litigare con nessuno, evita se puoi di fare a botte con altri; se ti offendono fingi di non sentire se la situazione lo permette. Parla, parla, parla. Però se alla fine decidi di scontrarti con qualcuno non tornare indietro se sei sicuro di avere ragione. Se scappi una volta lo farai per sempre. Come è possibile che i governi ne sappiano meno delle nostre mamme? La situazione dei marò pare così ridicola che verrebbe quasi da ipotizzare una ritorsione di Monti verso Napolitano e il suo veto all'elezione montiana alla presidenza del Senato.

Mennea, Mennea, Mennea

Ho appena letto una notizia che mi ha colpito moltissimo. E' morto Pietro Mennea, straordinario campione della velocità. Ora lo so, Mennea era parte di me. Mi piaceva come correva, anche se ci sono stati campioni che correvano meglio. Ma mi piaceva come era fatto. Ispido, chiuso, con una rabbia dentro che sapevi riversava nelle sue falcate sulle piste di atletica. Mennea caratterialmente era il contrario di Bolt, anche se Bolt è un campione extraterrestre. Bolt ride nelle interviste e Mennea digrignava i denti e litigava col microfono se non trovava nessun intervistatore con cui farlo. Bolt festeggia le vittorie facendo danze che sanno di carnevalata e a volte di pagliacciata esibizionistica, Mennea ti fissava con uno sguardo iniettato di sangue che sembrava dire: già, ho vinto, e allora? Mennea si allenava durissimamente (celebri le sue sedute di allenamento che spaventavano i calciatori dell’epoca), sei ore al giorno, tutti i giorni, anche a Pasqua e a Natale, e non ha mai fatto uso di doping, come si vedeva dal suo fisico magro, asciuttissimo, nervoso, alla Bruce Lee più che alla sollevatore di pesi. Bolt speriamo che pure lui non abbia fatto uso di doping, ma i dubbi sono tanti. Mennea, Mennea, Mennea, Mennea, Mennea, Mennea, Mennea, Mennea: grosso modo questa fu la telecronaca del mitico Paolo Rosi sul rettilineo che diede la medaglia d’oro a Mosca al corridore barlettano. L’invocazione continua del suo nome mentre si concludeva la sua strepitosa rimonta sull’inglese Wells.

giovedì 14 marzo 2013

Il nuovo papa

Due parole sul nuovo papa. L'impressione è buona al primo impatto, con l'avvertenza che se non ti piacciono i papi nemmeno questo ti piacerà. Cerchiamo di inquadrare il personaggio secondo ciò che è venuto fuori finora.

Povertà. Parco nelle abitudini, si sposta in metropolitana, nemico dell’ostentazione del lusso. Obama lo ha definito: “Il paladino dei poveri”.

Semplicità e umiltà. Quelle osservabili nel suo primo discorso da Papa.

Assenza di atteggiamento curiale o ieratico. Come sopra. Non ha niente dell’atteggiamento che odora di incenso tipico di Giovanni XXIII, Paolo VI, papa Luciani e, in misura diversa, di Ratzinger.