venerdì 27 settembre 2013

Il sergente Fritz Katz a Santa Chiara

Secondo il comune sentire, noi italiani siamo quelli che violano le regole, scorretti di solito, ma alla fine simpatici; i tedeschi sarebbero quelli ligi alle regole, anche se un pochino noiosi. Osservazioni fatte dal sottoscritto oggi nella napoletana chiesa di Santa Chiara (magnifico tempio romanico e spartano, perfino mistico) sembrerebbero contraddire questa nostra percezione. Mi ero seduto a Santa Chiara perché è un posto silenzioso, tranquillo, un posto che aiuta la meditazione anche se non sei cristiano. Entra un gruppo vociante di persone. Malvestiti stile simil spiaggia, anche se siamo quasi a ottobre. Incedono per la navata centrale strafottenti, chiacchierando ad alta voce come se fossero a casa loro e non in una chiesa. Uno ha le mani in tasca e si dirige verso l’altare con passo ritmato. Sono tedeschi. Vabbe', un infortunio può capitare a tutti, e poi sono in vacanza.

A un tratto nella panca davanti alla mia si siede un bambino biondissimo, sembra il figlio di Sigfrido o del sergente delle Esse Esse Fritz Katz. Il bambino parla ad alta voce nella lingua dei crucchi, rumoreggia, fa casino. Accanto a lui si siede il padre biondissimo e nordico, sembrerebbe proprio il sergente Fritz Katz, se non fosse vestito da turista. Il sergente Katz ride nell'atmosfera severa di Santa Chiara, non si sogna nemmeno di dire al piccolo nazista che forse è meglio non fare troppo casino in una chiesa, che forse è meglio che si tappi quella boccaccia crucca, che la gente normale quando sente gridare in tedesco, oltre a infastidirsi, magari gli viene anche la tremarella da lager. Passa la moglie di Katz: ovviamente è vestita anche lei a sproposito, minigonna e ciabatte, ha l'aria di passeggiare in un mercatino della casbah. La moglie di Katz spinge un carrozzino vuoto. Dato che il piccolo e rumoroso nazista avrà almeno cinque anni, uno si chiede a chi sia riservato il posto vuoto nel carrozzino alemanno. Vabbe’, la famiglia Katz è in vacanza, e un infortunio può capitare a tutti. Torna il numeroso gruppo crucco che marciava strafottente per la navata centrale. Tutti a ridere, si vede che hanno apprezzato le attrattive di Santa Chiara.Fortunatamente ora sono in un corridoio laterale. Fanno ciao al piccolo nazista e ciabattano verso l’uscita, scattando foto con odiosissimi cellulari superaccessoriati.

7 commenti:

  1. Bravo! e speriamo che tra poco non siano ancora loro a comandare tra di noi. Forse fargli ricordare la fine che fecero i loro avi a Napoli nel 1943 li indurrebbe a un contegno più corretto.

    RispondiElimina
  2. quando vado a Santa chiara, sergio, ho sempre motivi di ispirazione letteraria. Ma forse con il tedesco e il figlio ho calcato la mano, perché mi sono risultati antipatici a prima vista.

    RispondiElimina
  3. E' anche un dato di fatto che un turista perde completamente la cognizione di chi sia e da dove viene, e ritenga di poter andare fuori dalle righe all'estero, dove nessuno lo conosce. Butta una cartaccia per terra in tanti stati e prima ti manganellano, poi ti sbattono dentro. La gente di quegli stati viene qui da noi e ne combina peggio di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno tutti insieme.

    RispondiElimina
  4. Caro Capitano, ma andare in vacanza all'estero per Fritz Katz e la sua famiglia è una liberazione! Soprattutto quando poi la vacanza è in Italia... Si adeguano al non rispetto delle regole prendendo ad esempio molti, ma molti italiani, purtroppo...
    Nel loro Paese (ormai conosco bene i miei polli...) se non rispetti le file, se non rispetti la strada, se non rispetti le regole civili e, magari, per sbaglio, in qualche supermercato ti avvicini un po' di più a linee di demarcazione, vieni apostrofato con quella terribile lingua che sembra davvero di essere davanti ad un plotone di esecuzione e, tanto per cambiare, pensano subito che sei italiano!

    Sono dell'idea che la loro cultura sia ossessiva e noiosa, ma come si dice, Paese che vai, usanze che trovi...
    Ciao Cap
    Marypersempre

    RispondiElimina
  5. Avevo un prof di geografia che ripeteva spesso: l' unico che può permettersi di chiamare terroni tutti gli altri è il pinguino che vive al polo nord...tutto il mondo è paese..ciao Capitano

    RispondiElimina
  6. Zabrum, Mary e Marina, se il crucco a casa sua si comporta bene e qui ne approfitta, è ancora più colpevole, a mio avviso, perché aggiunge alla colpa della maleducazione anche quella della meschinità.

    RispondiElimina
  7. Paese che vai cafoni che trovi. La differenza con altri è che noi siamo cafoni anche a casa nostra.

    RispondiElimina