lunedì 28 ottobre 2013

L’ebook, la cassa mutua della cultura

Kobo_Glo_35435536_04_620x433– Oggi vorrei parlare delle librerie e degli ebook reader.

– Immagino che tu voglia adeguarti alla pappa del pensiero all’ammasso che domina sui social network.

– E sarebbe?

– E sarebbe a dire che librerie sono belle e sono buone, sono sane e genuine come le crostate di mele di Nonna Papera o il sorriso dell’antico veterinario dell’amaro Averna, sai, il bellimbusto con il Suv che salvava i cavalli impantanati nel fosso. Non lo sai che chi legge dall’ebook reader non è un vero lettore di libri, è un individuo sospetto, arido, schiavo di malefiche forze sociali e forse anche un pochino carogna?

– Forse sbaglio, ma a me il lettore ebook sembra un’invenzione portentosa, una specie di miracolo da messia che regala emozioni scritte a chiunque voglia procurarsele.

– Sssss, parla più piano, se no i sacerdoti del politicamente corretto ti saltano al collo! Non capisco perché diavolo vuoi passare per arido e cinico. Non lo sai che le librerie stanno chiudendo? E che ogni giorno su Facebook c’è un piagnisteo ininterrotto perché hanno chiuso la tal libreria storica o il tal altro eccelso tempio della cultura stampata? Non lo sai che tanta gente perde il lavoro? Vuoi farti accusare di insensibilità o cinismo? Non lo sai che quando fallisce una libreria sul web le fanno un funerale peggio che se chiudesse l’Ospedale delle Suore della Misericordia?

– Se le librerie chiudono e la gente perde il lavoro, non si può essere contenti. D’altra parte qualsiasi innovazione tecnologica porta al fallimento dei vecchi modi di produrre. Cosa avremmo dovuto fare? Rinunciare all’invenzione della locomotiva o del trattore perché rimanevano disoccupati i maniscalchi e gli zappatori della gleba? L’unico modo per non causare disoccupazione da progresso è rimanere fermi alla tecnologia del Medioevo. D’altra parte è noto che se la tecnologia toglie posti di lavoro in un posto ne crea in un altro. Sono certo che i commessi di libreria troveranno altre occupazioni, magari anche più gratificanti.

– Parla piano, ti ho detto, e cerca di piangere mentre affronti questi argomenti, come se fossi un amanuense benedettino addolorato dalla calata dei barbari. Come puoi essere così sereno, mentre la diffusione mondiale della cultura e della letteratura sta ricevendo un così grave colpo a causa del perverso attacco dell’ebook?

– A dire il vero non mi pare che il libro elettronico diminuisca la diffusione della cultura. Anzi mi pare che l’accresca in grande misura. Oggi il fenomeno ebook mette più libri a disposizione di tutti. Basta procurati un lettore da quaranta euro per assicurarti con un pizzico di buona volontà tutti i titoli che vuoi, molti più di quelli che potresti leggere in una o più vite. Prima dovevi andare in libreria e maledire le tue tasche vuote che ti permettevano appena di guardare o fare poco altro. Ora hai a disposizione intere biblioteche virtualmente gratis, con pochi click. Il web ancora una volta permette la moltiplicazione dei pani e dei pesci culturali: prima il fenomeno mp3 libero ha messo la musica a disposizione di tutti, e soprattutto di chi non aveva i mezzi per goderne; e ora l’ebook fa lo stesso.

– Bravo, ora ti incolperanno anche di insensibilità verso la poesia del libro di carta.

– E che c’entra, la poesia, con il libro di carta?

– Io davvero non lo so. Ma i sacerdoti del politicamente corretto ti diranno che nessuna diavoleria elettronica potrà mai eguagliare la musica della pagina che sfrigola quando la giri. E ti parleranno del meraviglioso odore della carta dei libri o del suo caldo bianco, dell’eleganza della parola stampata, della gioia del polpastrello nello sfiorare certe rilegature e certi dorsi di tomi. E giureranno che chi non sa apprezzare queste cose è un personaggio meschino degno figlio di questa meschina era tecnologica.

– Be’, forse sarò arido, ma ecco quello che so. Sull’ebook reader si legge bene, anzi direi che non ho mai letto così bene come su quel dispositivo. Dello sfrigolio della pagina, non so che farmene. Inoltre il caldo bianco della carta, nei vecchi libri di seconda mano che ho io, spesso si muta in giallo straccio. Dispiace per librerie che chiudono, come dicevo. Ma non posso fare a meno di pensare alle migliaia di titoli che prima erano sequestrate nelle antiche librerie (e scarcerabili solo pagando un riscatto non piccolo) e che ora sono a disposizione di tutti. L’ebook libero è come la cassa mutua: tutti dovrebbero avere la libertà di curare la cultura e la salute senza impedimenti.

2 commenti:

  1. Anch'io ho un ebook reader (Un Kindle) e non posso più farne a meno. Proprio non capisco chi si oppone a questo tipo di lettura, è solo un modo nuovo e molto pratico di leggere. Chissà forse anche quando inventarono le pergamene quelli che erano abituati a scrivere e leggere su pietra inizialmente snobbarono la carta sostenendo che era troppo fragile che potesse andare a fuoco e poi dai vuoi paragonare una bella pietra solida ad'una pergamena che se solo si bagna un po la devi solo buttare...

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  2. Al di là di quanto abbiamo già detto, basterebbe a giustificare l'esistenza del lettore ebook la seguente considerazione. Con i libri di carta mi sono sempre sentito obbligato alla lettura. Avevo iniziato un libro e dovevo finirlo. Avevo speso soldi e non mi andava di sprecarli. E poi il libro era un oggetto solido, importante ed elaborato: non mi andava che un oggetto solido, importante ed elaborato andasse sprecato. Inoltre se mi ritiravo dalla lettura era come ammettere la mia sconfitta di fronte a quell'oggetto intimidente e severo. Era come fuggire dal campo di gioco e dare vinta a tavolino la partita all'altra squadra. Di conseguenza ho letto diversi libri che mi hanno annoiato a morte e fatto imprecare non poco. Con l'ebook è finito, quel tempo. Non c'è niente di severo e intimidente nel libro elettronico. Non ci sono somme importanti da rimpiangere. Se un titolo non ti piace, niente paura e sensi di colpa. Si passa a un altro libro. Non devi leggere, deve essere il libro a leggere te, in un certo senso. Se il libro ti trascina, bene, se no si passa a un altro senza rimpianti. Che bella cosa, la libertà.
    E' sempre un piacere risentirti, veneris.

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